Con una mossa a sorpresa, James Comey, numero uno dell’Fbi, è stato licenziato. La decisione è stata annunciata con un comunicato della Casa Bianca, motivandola con la necessità di “ricostruire la fiducia nella più importante agenzia di sicurezza del Paese”.
“Questa giornata – prosegue il comunicato – segna un nuovo inizio per il gioiello della corona dei nostri apparati giudiziari. La ricerca di un nuovo direttore comincerà immediatamente”.
Donal Trump, che ora può nominare a suo piacimento il nuovo capo dell’Fbi, è arrivato alla conclusione che Comey non era in grado di svolgere in modo efficace il suo incarico. L’Fbi è una delle “istituzioni più rispettate” e serve ora una “nuova era” e una “nuova leadership per riportare fiducia”.
La notizia ha avuto riflessi sul mercato valutario, con il dollaro Usa che ha perso terreno sulle principali valute. L’euro ne approfitta (+0,17%) per salire a 1.089.
Ma torniamo a Comey. Scelto da Barack Obama nel 2013 e sopravvissuto alle polemiche nate durante la campagna elettorale per la sua gestione dell’emailgate riguardante Hillary Clinton, Comey è stato silurato con effetto immediato ieri nella serata americana.
Una mossa giudicata da molti “scioccante” soprattutto perché si verifica mentre la polizia federale americana guidata dallo stesso Comey sta conducendo un’inchiesta sulla presunta interferenza della Russia nelle elezioni presidenziali dell’8 novembre 2016 e sui potenziali legami tra lo staff di Trump e funzionari russi.
Non a caso l’opposizione democratica, che subito ha fatto paragoni con lo scandalo Watergate, ha chiesto la nomina di un procuratore speciale affinchè porti avanti il Russiagate. Comey è il secondo e unico direttore dell’Fbi ad essere stato cacciato: lo stesso destino toccò nel 1993 a William Sessions; allora alla presidenza c’era Bill Clinton.