A pochi giorni dal tanto atteso incontro tra il presidente Usa Donald Trump e la sua controparte cinese Xi Jinping, in calendario il prossimo fine settimana a margine del G20 in Argentina, l’inquilino della casa Bianca alza i toni e avverte: se non ci sarà accordo, gli Stati Uniti andranno avanti nell’aumentare i dazi dal 10% al 25% sui restanti 267 miliardi di dollari di Made in China non tassati. Nel mirino potrebbe finire anche l’iPhone.
Le dichiarazioni arrivano in un’intervista al Wall Street Journal, in cui Trump ha fatto sapere che potrebbero scattare dazi del 10% su laptop e smartphone importati dalla Cina.
Le parole del presidente sono una doccia fredda per Apple e per tutta la Corporate America e seguono le critiche mosse da Trump a General Motors.
‘‘Dovrebbe smetterla di produrre auto in Cina: dovrebbe produrle invece negli Stati Uniti’‘ ha spiegato il presidente commentando la riorganizzazione annunciata ieri della casa automobilistica.
Secondo il presidente è “altamente improbabile” la possibilità di accettare la richiesta cinese di non alzare i dazi.
Immediata la reazione della borsa: i titoli della società di Cupertino nelle contrattazioni after hours a Wall Street sono arrivate a perdere il 2%. Secondo alcuni analisti, non bisogna dare peso a queste parole, viste come una tattica negoziale a pochi giorni dal G20.