Economia

Trump torna ad attaccare la Fed: “è il più grande rischio per l’economia Usa”

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Nuovo durissimo attacco del presidente Usa Donald Trump al numero uno della Fed, Jerome Powell, definito in un’intervista al Wall Street Journal “una minaccia per la crescita dell’economia americana”.

Sono scontento, molto scontento con la Fed perché Obama aveva tassi di interesse pari allo zero. Invece ogni volta che noi facciamo qualcosa di grande la banca centrale alza i tassi e pare che Powell sembri quasi contento di alzare i tassi”, ha spiegato il presidente americano dicendosi “forse” pentito della scelta di Powell. “Per me la Fed è il più grande rischio per l’economia – ha affermato Trump – perché penso che i tassi di interesse vengano alzati troppo velocemente e questo frena la crescita dell’economia. Preferirei – ha aggiunto – usare i risparmi dovuti a bassi tassi di interesse per rimborsare il debito. Ma come lo si può fare se si alzano i tassi?”.

Sale dunque sempre di più la tensione tra il presidente Usa e i vertici della banca centrale americana. Una situazione del tutto nuova negli Stati Uniti, dove nei rapporti tra governo ed autorità monetarie prevale un atteggiamento più rilassato rispetto all’Europa.

Ma che cosa preoccupa veramente Trump? Per molti osservatori,  la principale preoccupazione riguarda l’impennata del deficit fiscale, che nel 2018 il deficit è in rotta per raggiungere la cifra monstre di 779 miliardi di $ con un incremento del 17% rispetto al 2017.

Non danno segnali di miglioramento anche i conti con l’estero: il deficit commerciale continua ad ampliarsi ed ha raggiunto un massimo a -53 miliardi nel mese di agosto rispetto ai -40 registrati all’inizio della presidenza Trump. La causa principale viene individuata nel rafforzamento del dollaro, favorito anche dal rialzo dei tassi. Un dollaro più forte sta di fatto neutralizzando gli aumenti tariffari di Trump e allo stesso tempo sta causando un aumento dei costi per interessi sul debito.

C’è infine il problema della crescita, condiviso con i mercati: la prosecuzione di una politica monetaria restrittiva potrebbe rallentare la ripresa sia USA che globale.