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Tsunami Brexit: 34 referendum in arrivo nell’Ue

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ROMA (WSI) – Lo chiamano tsunami Brexit. E’ lo tsunami politico in arrivo da partiti e movimenti di destra o improntati al populismo di diversi paesi europei, pronti a chiedere in totale ben 34 referendum che potrebbero decretare anche per loro il divorzio dall’Unione europea. E’ quanto emerge da una ricerca messa a punto dallo European Council on Foreign Relations (ECFR). Diversi “partiti insurrezionisti”, così come viene riportato, stanno invocando i referendum su diverse questioni, dall’appartenza all’Ue alla politica di immigrazione

Come motivazioni, vengono citati sia la paura che la Turchia entri a far parte dell’Ue, che l’accoglienza ai rifugiati che è stata promossa dalla cancelliera tedesca Angela Merkel.

Così Mark Leonard di ECFR:

“Molti di questi partiti insurrezionisti hanno opinioni sulla politica estera che si avvicinano più alle posizioni del presidente russo Vladimir Putin che a quelle del presidente Obama”.

Il report fa riferimento al pericolo “Italexit”, citando un recente sondaggio da cui trapela che il 48% degli italiani voterebbe per uscire dall’Unione europea, nel caso in cui venisse indetto un referendum. Viene riportato l’entusiasmo del leader della Lega Matteo Salvini, che ha celebrato la vittoria del fronte “Leave” nel Regno Unito con il seguente tweet:

“Lunga vita al coraggio dei cittadini! Il cuore, la testa e l’orgoglio hanno sconfitto le bugie, le minacce e i ricatti. GRAZIE, UK, ora tocca a noi“.

E non è molto lontana la minaccia “Nexit”, ovvero di un referendum in Olanda caldeggiato dal Partito della Libertà guidato da Geert Wilders, a fronte di un sostegno dei cittadini olandesi a tale opportunità pari al 54%.

Il report sottolinea che il rischio Nexit potrebbe essere alimentato dalla percezione “di flussi in arrivo di immigrati che vengano percepiti come una minaccia all’identità nazionale e allo stato welfare“.

Rischio concreto anche di uno scenario Frexit, con Marine Le Pen, leader del Fronte Nazionale, che ha così commentato l’esito del referendum in UK.

“Vittoria alla libertà!”, auspicando lo stesso voto in Francia. “Come chiedo da anni, ora dobbiamo avere lo stesso referendum in Francia e in altri paesi Ue”.

Campagne anti-Ue hanno inoltre sempre più successo in altri stati, come Austria, Finlandia, Germania, Ungheria, Irlanda, Polanda e Svezia.

Leonard conclude:

“Non possiamo relegarli al mero status di partiti di frangia estrema. Rappresentano una rivoluzione nella politica estera europea. E l’arma che hanno scelto è quella del referendum, per far crescere il sostegno popolare. E anche se non dovessero vincere a pieno, sono politicamente così potenti da costringere i partiti tradizionali ad adottare le loro posizioni”.

 

 

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