In questa affollato giovedì di riunioni della banche centrali (BoE in testa) sui mercati si guarda anche alle mosse della banca centrale turca che ha alzato i tassi di interesse chiave al 30%. Questa decisione rappresenta un incremento di 500 punti base rispetto al precedente 25%. La mossa, che è in linea con le attese degli analisti, è avvenuta in un contesto in cui il paese sta cercando disperatamente di combattere l’inflazione a doppia cifra che lo affligge.
“Il Comitato ha deciso di proseguire il processo di inasprimento monetario al fine di stabilire quanto prima il percorso di disinflazione“, si legge nel comunicato ufficiale dell’istituto guidato da Hafize Gaye Erkan nel quale si sottolinea come “le letture relative all’inflazione erano sopra le attese a luglio e agosto”. “Il Comitato continuerà a prendere le sue decisioni in un quadro prevedibile, basato sui dati e trasparente”, assicura l’istituto.
Lira sotto i fari
Post notizia dell’incremento del tasso di interesse, la lira turca si è leggermente indebolita e viaggia in area 27 rispetto al dollaro. La lira turca ha subito una svalutazione del 30% rispetto al dollaro Usa nel corso dell’anno e ha perso il 78% del suo valore sempre nel confronto con il biglietto verde negli ultimi cinque anni. Questa situazione ha creato notevoli difficoltà per l’economia turca.
Dopo aver iniziato a innalzare i tassi di interesse, la Banca Centrale turca ha dichiarato nel luglio scorso di avere l’obiettivo di ridurre l’inflazione al 5% nel medio termine, una previsione ambiziosa considerando la recente impennata dell’inflazione annuale. Nel mese di agosto, l’inflazione è balzata a quasi il 59% su base annua contro il 47,8% della passata rilevazione, al di sopra delle aspettative pari al 56%. Secondo Bloomberg, ad Ankara l’inflazione annuale raggiungerà il 65% alla fine del 2023, con un picco del 70% nel secondo trimestre del 2024.
Le reazioni
Gli analisti economici hanno reagito positivamente all’ultima decisione sulla politica dei tassi di interesse in Turchia. Liam Peach, economista di Capital Economics di Londra, citato da CNBC, ha dichiarato che questa mossa fornisce “ulteriori incoraggiamenti riguardo all’impegno dei policymaker nel affrontare il problema dell’inflazione”.
L’aumento del tasso di riferimento della Turchia al 30% rappresenta uno sviluppo positivo. A dirlo Thomas Gillet di Scope Ratings precisando che “sostiene la credibilità del cambiamento di politica monetaria avviato dopo le elezioni e dimostra la determinazione a combattere l’inflazione, anche se ciò potrebbe rappresentare un freno alle prospettive di crescita del prossimo anno”. L’esperto spiega che “l’inasprimento delle politiche dovrebbe contribuire ad attrarre investitori esteri nel tempo, anche se questp non si riflette ancora nei dati delle partite correnti”. Scope Ratings stima ora un tasso ufficiale a fine anno al 40%, con un’inflazione media annua al 55%.