ROMA (WSI) – Tutti contro Beppe Grillo. Mario Monti lo accusa di voler trascinare l’Italia in una situazione simile a quella greca, Silvio Berlusconi lo attacca sostenendo che al Senato il Movimento 5 Stelle passerà con il Pd, mentre in casa democratica D’Alema dice che il comico al 18% «spaventa gli investitori».
Il leader del Movimento 5 Stelle intanto continua il suo tsunami tour. Attacca su Finmeccanica: «Ucci, ucci, sento odor di partitucci spinti da una fame atavica e inestinguibile, che dopo aver occupato ogni spazio, ogni poltrona, si stanno spolpando le società gestite dalle Fondazioni in cui sono presenti, come è il caso di Siena, o lottizzando le aziende partecipate dal Tesoro».
Il primo affondo di giornata è di Mario Monti: «Grillo, per una volta, vada in una piazza greca anziché nelle piazze italiane e vedrà la disperazione, la protesta e anche piazze piene di neofascisti. Se lui vuole con le sue urla e il suo populismo dannoso trasformarci nella Grecia faccia pure. Io non voglio niente a che fare con questo populismo». Intervenendo a Uno Mattina, il Professore si è rivolto con sarcasmo nei confronti di Grillo rivolgendosi direttamente al comico e chiedendosi se poi il leader del Movimento 5 Stelle esista davvero. Certo, ammette il premier, esiste perché «riempie le piazze» ma, aggiunge subito, «non diciamo sciocchezze che portano la gente ad avere ancora più confusione in testa».
Il premier ha quindi risposto alle critiche rivoltegli nei vari comizi dal comico genovese: «Io farei gli ordini dell’Europa? Io sono riuscito assieme alla tenacia degli italiani a uscire dal disastro finanziario dicendo no all’Europa che voleva darci dei prestiti per salvarci. Se l’avessimo fatto saremmo oggi come la Grecia. Grillo, per una volta, vada in una piazza greca anziché nelle piazze italiane e vedrà la disperazione la protesta e anche piazze greche piene di neofascisti. Se lui se la sente di prendersi la responsabilità, con le sue urla, di trasformare l’Italia nella Grecia, faccia pure. Io non voglio niente a che fare con questo populismo. Simpatico e spiritoso, ma dannoso».
Silvio Berlusconi nel corso del forum dell’ANSA respinge l’ipotesi in caso di pareggio al Senato di un governo di solidarietà nazionale e attacca il Movimento 5 Stelle: «Il Pd? Non credo che al Senato abbiano bisogno di noi». L’ex premier sottolinea infatti che gli eventuali voti mancanti a palazzo Madama possano arrivare proprio da Beppe Grillo: «Abbiamo avuto la pessima sorpresa di vedere che più dell’80% delle persone candidate nelle sue liste provengono da ambienti dell’estrema sinistra, dei centri sociali e dei no tv».
«Tra questi – aggiunge – la sinistra può trovare candidati di sostegno, magari con un cambio di casacca, anche perché loro non li vedo tanto compatti», conclude il Cavaliere. Sulla stessa linea anche Alfano: nelle liste del Movimento 5 Stelle ci sono «esponenti di estrema sinistra» che Beppe Grillo tiene nascosti perché «vuole anche il voto degli elettori di centrodestra». Secondo il segretario del Pdl se esiste un simile bacino per un «voto di protesta» vuol dire «che la politica se l’è meritato».
«Dietro Grillo – ha tuttavia ammonito – ci sono esponenti di estrema sinistra: Grillo non li fa vedere perché vuole anche il voto di elettori del centrodestra, ma è giusto che i cittadini sappiano che dentro le liste del M5S ci sono esponenti di estrema sinistra che non vogliono tante opere pubbliche e che sono contrari a tante scelte che l’elettorato liberale vuole».
Va all’attacco anche Massimo D’Alema: «Grillo al 18 per cento è un indicatore inquietante, e bisognerebbe ridurlo perché certi indicatori spaventano gli investitori: tra chi vuole battere moneta e chi vuole referendum per l’abolizione dell’euro, gli stessi investitori, in queste condizioni, se hanno un dollaro da spendere lo portano in Thailandia».