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Tutti i dati sul debito pubblico italiano e sull’esposizione delle banche

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Roma – L’Italia ha uno dei debiti pubblici più alto al mondo, che unito a una crescita economica debole e all’incertezza politica, fanno del paese uno dei più vulnerabili al contagio della crisi debitoria in Europa.

Nella giornata di ieri i rendimenti del decennale italiano sono cresciuti al 5,67%, ai massimi dal maggio 2001, circa 3 punti percentuali oltre il valore del corrispettivo bund tedesco, titolo di riferimento per la regione. L’aumento dei rendimenti non fa che rendere più onerosi i finanziamenti per le banche italiane. Istituti sotto pressione anche a causa dell’ingente quantità di debiti statali sottoscritti.

Di seguito vi riportiamo alcuni dati sul debito e sull’esposizione delle banche, raccolti e riportati da Reuters:

– I bond governativi e quelli di breve durata ammontano a circa €1.582,7 miliardi alla fine di giugno, secondo i dati del Tesoro. La loro scadenza media è di 7,09 anni.

– Il debito pubblico dell’Italia alla fine di aprile era di circa €1.890 miliardi, secondo i dati della Banca d’Italia.

– A settembre sono in scadenza circa €46 miliardi di BTP/CTZ, secondo i dati del Tesoro. Da luglio fino a dicembre, scadrà anche un ammontare di circa €176 miliardi di titoli italiani. Un aumento dell’1% dei rendimenti medi dei bond, aumenterebbe di €2 miliardi gli interessi sui bond, secondo le stime di Cyril Regnat, bond strategist per Natixis intervistato da Reuters.

– Circa il 47% del debito italiano 2010 è detenuto da investitori esteri, secondo le stime di aprile del Fondo Monetario Internazionale.

– Le banche italiane hanno circa €192 miliardi di titoli governativi secondo i dati relativi alla fine di maggio, secondo i dati della Banca d’Italia.

– Gli analisti di JPMorgan stimano che le banche hanno circa il 6,33% dei loro asset investiti nei titoli di stato italiani, un numero superiore al 5% di bond spagnoli detenuti dalle controparti spagnole. Valore secondo solo al 10% in Grecia.

– Gli analisti stimano che un aumento di un punto percentuale nel costo medio del debito, comporti un simile aumento del costo per le emissioni delle obbligazioni bancarie. Due analisti, che hanno richiesto l’anonimato, hanno affermato che un incremento dell’1% del costo che le banche devono sostenere per le obbligazioni bancarie, tenendo invariati altri fattori, porterebbe a un calo degli utili per azione tra il 5% e il 10% per le banche. L’impatto sarebbe maggiore per gli istituti più piccoli. Gli effetti nel 2011 sarebbero minimi, ma con il tempo si farebbero sentire.

– Gli analisti di JPMorgan prevedono che le banche italiane avranno bisogno di €53 miliardi per rifinanziare obbligazioni che matureranno il prossimo anno.

– Il settore assicurativo e pensionistico italiano, da €600 miliardi, ha aumentato gli investimenti in bond governativi del 10% negli ultimi 3 anni, portandolo al 32% degli asset, secondo le stime di JPMorgan. Più del doppio rispetto ai numeri in Francia e circa 3 volte tanto in Spagna o in Germania.

La giornata di ieri ha visto un calo dei bond e dell’azionario (-4%), che raggiungeva i minimi da 2 anni (luglio 2009), con il meeting dei ministri delle Finanze Ue impegnato a trovare una soluzione per la Grecia. Le due banche più grandi, UniCredit e Intesa Sanpaolo, hanno perso oltre €12 miliardi di valutazione di mercato nella scorsa settimana, riporta Bloomberg.

I segnali di allarme lanciati da Moody’s e Standard & Poor’s sulla capacità del paese di far fronte al debito, insieme alle difficoltà incontrate dal governo Berlusconi nell’approvazione dei tagli in bilancio, hanno scatenato il sell-off.

In giornata il Tesoro dovrebbe vendere titoli a 1 anno per circa €6,8 miliardi, a cui seguirà un’asta di bond il 14 luglio per €5 miliardi.

L’Italia ha circa €500 miliardi di bond in scadenza nei prossimi 3 anni, secondo i dati di Bloomberg. Un valore pari al doppio dei €256 miliardi ricevuti da Grecia, Irlanda e Portogallo nei programmi di aiuti triennali.

In termini nominali il debito dell’Italia da €1,8 trilioni circa, è superiore a quello della Grecia, della Spagna, del Portogallo e dell’Irlanda messi assieme, secondo i dati di Bloomberg.

Il recente calo dei bond aumenterà la spesa di finanziamento per il governo, spesa che quest’anno dovrebbe raggiungere €75 miliardi, circa il 5% del Pil. Secondo le proiezioni per il 2014, il valore dovrebbe crescere a circa €85 miliardi.

Il contagio dell’Italia dimostra l’incapacità dell’Unione europea di contenere una piccola crisi iniziata in Grecia nel 2009, e che ha portato in turno alla richiesta di aiuti anche da parte di Irlanda e Portogallo. I ministri delle Finanze nella giornata di ieri hanno fallito ancora su un accordo, su come condividere con gli altri creditori il costo di un secondo pacchetto di aiuti per la Grecia, da finanziarsi principalmente tramite gli stati membri, tra cui proprio l’Italia.