NEW YORK (WSI) – L’imperterrita crescita dell’appeal dello yuan come valuta internazionale non conosce battute d’arresto. A subirne le conseguenze non è e non sarà il biglietto verde, come tutti pensano, bensì la moneta unica.
A comunicarlo è l’organizzazione belga SWIFT, che tra le altre cose fornisce alle entità finanziarie una rete su scala mondiale che consente di inviare e ricevere informazioni sulle operazioni di mercato. Il gruppo belga collabora con diverse agenzie intelligence e autorità politiche come il Tesoro Usa e la CIA.
La corsa della divisa cinese non si è materializzata alle spese del dollaro, anzi. In agosto la percentuale di pagamenti effettuati in moneta americana nel mondo è salita al 44,8% dal 43,6% di luglio e dal 38,8% di gennaio 2014.
Al contrario, l’euro ha visto la sua quota scendere al 27,2% in agosto, dal 28,5% di luglio e dal 33,5% di gennaio dell’anno scorso. Due anni e mezzo fa la percentuale era del 40,2%. Il trend al ribasso è evidente.
Nello stesso tempo i pagamenti in yuan sono cresciuti ancora di numero, arrivando al 2,8% del totale. Le statistiche “rispecchiano il potenziale enorme del renminbi e il suo periodo di grazia come divisa internazionale”. Per fare un confronto, nell’agosto del 2012, la percentuale dello yuan era di appena lo 0,8%, e la valuta era la dodicesima piu’ utilizzata al mondo.
I tempi sono cambiati. Nella regione Asia-Pacifico lo yuan è tra le moneta più utilizzate per i pagamenti tra i vari paesi dell’area. Nelle transazioni che avvengono tra Cina e Hong Kong, per esempio, ha superato lo yen.
Diventare una delle valute internazionali di punta è uno dei prerequisiti indispensabili per una divisa che ambisce a diventare la moneta di riserva delle banche centrali ed entrare a far parte dei loro panieri di riserve valutarie estere. Lo yuan non ne fa ancora parte.
La moneta unica, nel frattempo, sta perdendo appeal. Il dollaro costituisce il 64,1% delle riserve internazionali delle banche centrali, in rialzo dal 61% del 2013, ma in calo dal 71% degli Anni 90, prima dell’arrivo dell’euro.
Da maggio 2014 l’euro ha perso il 20% del suo valore
La moneta del blocco a 19, invece, è scesa al 20,7% nel primo trimestre, allontanandosi dai massimi toccati nel 2009 quando aveva raggiunto la quota del 27,6%. L’euro puntava a raggiungere la parità di trattamento con il biglietto verde. Ma poi è scoppiata la crisi del debito, che ha esposto le lacune del sistema monetario unico d’Europa. Lo yen ne ha approfittato, salendo al 4,2% ai massimi dal 2002.
Ma lo yuan è la vera mina vagante che rischia di spodestare l’euro, sancendo la sua morte. Persino uno dei capi economisti della Bce, Peter Praet, ha di recente decretato il fallimento della moneta unica, dimostrando che non può funzionare”.
Per un po’ l’egemonia del dollaro è al sicuro. Ma lo yuan è destinato a diventare una delle tre divise più usate per i pagamenti internazionali, alle spese dell’euro, che negli ultimi sette anni ha perso la fiducia della finanza in tutto il mondo. Il suo ruolo nella scena internazioniale continua a ridursi di importanza in una spirale molto pericolosa.
Fonte: Wolf Street