Società

Twitter, Netanyahu follower di sito erotico iraniano

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

ROMA (WSI) – Chi pensa che Bibi Netanyahu sia un tipo chiuso a ogni dialogo con l’Iran, può in parte ricredersi. Una settimana dopo la «gaffe dei jeans» – l’intervista tv nella quale sfidava il regime degli ayatollah a concedere la libertà d’indossare il più americano dei pantaloni (e alla quale hanno replicato centinaia di foto postate da Teheran, dove portare i jeans è la normalità: sotto le vesti religiose, li ha sempre usati anche la Guida suprema Ali Khamenei) -, il premier israeliano scivola di nuovo.

Stavolta è colpa del suo account ufficiale su Twitter, @Netanyahu, elenco «following», dove assieme a serissimi indirizzi d’ambasciate e di governi stranieri è comparso, per qualche ora, pure un utente iraniano.

Niente di politico, però: @PersianHotBook, pubblicizzato come «la prima biblioteca di libri erotici in persiano», è un catalogo che aveva poche decine d’affezionati, ma non s’immaginava (in un Paese dove i social network sono formalmente vietati e si censurano perfino i romanzi di Paulo Coelho o di Dan Brown) potesse contare tra gli affezionati follower, addirittura, l’arcinemico primo ministro israeliano.

L’ERRORE DI UN FUNZIONARIO – «È stato un disguido», s’affretta a spiegare l’ufficio del premier di Gerusalemme, che ha cancellato in fretta ogni traccia. Esclusa l’ipotesi di hackeraggio, al momento: l’account non è gestito direttamente da Netanyahu, dicono, ed è più probabile che qualche funzionario pasticcione (o burlone?) abbia inserito la lista dei titoli erotici tra i preferiti del capo del governo.

C’è forse un problema, nella gestione dei cinguettii ufficiali israeliani: giovedì scorso, le borse petrolifere di mezzo mondo sono andate in tilt per il tweet dell’esercito israeliano che annunciava bombardamenti sugli aeroporti siriani, un messaggino che ha fatto prendere per vera emergenza una semplice commemorazione storica dei raid aerei di quarant’anni fa nella guerra del Kippur.

Il sito «hot» iraniano, va detto, si presenta bene: un uomo e una donna sorridenti, sotto le lenzuola. E i libri consigliati spaziano da De Sade ad Anaïs Nin. Inevitabili le battute di fronte all’ennesima gaffe, alla vigilia dei nuovi negoziati di Ginevra sull’atomica degli ayatollah (gli Usa studiano d’allentare le sanzioni su Teheran, passo al quale lo stesso Netanyahu s’oppone deciso).

Si sprecano le ironie, sul web. La più scontata: «Israele vuole finalmente vedere le vere armi di distruzione di massa dell’Iran». La più insinuante: «Bibi, se il problema è quello, fai meglio a trovarti una Lewinsky», con riferimento alla celebre stagista Monica che incastrò Clinton. La più divertente: «Ci piaci di più quando pensi alle bombe-sexy».

Il contenuto di questo articolo, pubblicato da Corriere della Sera – che ringraziamo – esprime il pensiero dell’ autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.

Copyright © Corriere della Sera. All rights reserved