Ore decisive per l’operazione Twitter–Elon Musk. Dopo l’ennesima giravolta del numero uno di Tesla con la quale ha deciso di rispettare l’accordo siglato in primavera per l’acquisto del social network a 44 miliardi di dollari, arriva l’ultimatum dei giudici. L’accordo deve essere raggiunto entro venerdì 28 ottobre 2022 alle 17 di New York (le 23 in Italia), ha deciso Kathaleen McCormick, della Corte del Delaware. In caso contrario, la vicenda finirà in tribunale.
A inizio ottobre, l’uomo più ricco al mondo aveva sorpreso i mercati, affermando di voler concludere l’acquisizione alla cifra originariamente offerta. L’annuncio era arrivato pochi giorni prima del 17 ottobre, la data di inizio del processo con cui Twitter voleva che Musk mantenesse il proprio impegno assunto ad aprile per l’acquisizione. Da allora poca o nulla è trapelato dalle due parti. Segno – dicono gli osservatori – che la negoziazione sta andando avanti.
Musk, a questo punto, ha poche ore per chiudere l’accordo ed evitare un processo che difficilmente potrebbe subire un nuovo rinvio. E che comunque rischia di perdere. Per questo motivo molti analisti ritengono che l’accordo sarà raggiunto entro la scadenza.
Lo stesso Musk, nel corso di una videochiamata con gli istituti di credito impegnati in prima linea nel finanziamento di 13 miliardi di dollari in debito, avrebbe assicurato che intende chiudere l’operazione da 44 miliardi spazzando via quell’incertezza nella quale le banche erano scivolate negli ultimi mesi. Positiva la reazione del titolo: ieri Twitter è salito del 2,58%.
Twitter zoppica, pronto taglio dipendenti
Mentre resta da vedere come finirà la saga tra Twitter e Musk, una cosa è certa: il social network fa fatica da tempo a crescere, sia in termini economici sia di iscritti, e l’ultima trimestrale non è incoraggiante. Nel secondo trimestre, la società ha messo a segno ricavi in calo a 1,18 miliardi, sotto le attese un fatturato di 1,32 miliardi. I ricavi pubblicitari sono invece sì aumentati, ma solo del 2% a 1,08 miliardi di dollari. La società ha registra quindi una perdita di 270 miliono, o 35 centesimi per azione, un risultato che si confronta con l’utile di 65,6 milioni, o 8 centesimi per azione, di un anno fa.
I piani di Musk, parola del tycoon, prevedono un social il “più inclusivo possibile” che diventi “un forum per dibattiti vivaci, anche se talvolta rancorosi”, fra “persone con punti di vista ampiamente divergenti”.
Intanto, secondo una ricerca interna di Twitter visionata da Reuters, la società starebbe cercando di mantenere i suoi utenti più attivi, che sono vitali per il business. Si tratta dei cosiddetti “heavy tweeter”, che rappresentano meno del 10% degli utenti complessivi, ma che generano il 90% di tutti i tweet e la metà delle entrate globali. Secondo lo studio, questi utenti hanno subito un forte declino dall’inizio della pandemia. Il che potrebbe rendere la piattaforma meno attraente per gli inserzionisti.
Sul fronte operativo, nei giorni scorsi erano circolate indiscrezioni su una ristrutturazione considerevole del personale, attualmente formato da 7.500 dipendenti. Riduzioni da effettuare fuori dalla lente di Wall Street grazie a un delisting, con il quale gettare le basi di un rilancio in grado di consentire a Twitter di competere contro i social media rivali.