ROMA (WSI) – Twitter ha fissato il prezzo ufficiale delle proprie azioni nell’Ipo a 26 dollari, una cifra superiore alle forchetta di prezzo di 23-25 dollari individuata in precedenza. La società intende raccogliere dunque $1,8 miliardi attraverso la vendita di 70 milioni di titoli. Il nuovo prezzo valuta Twitter $14,2 miliardi.
I dati sulla società non appaiono intanto molto confortanti. E’ vero che l’azienda è riuscita a riportare un fatturato, nel 2012, di $317 milioni, ma il bilancio è stato anche in rosso, caratterizzato da una perdita di $79,4 milioni. Nei primi nove mesi del 2013, inoltre, il giro d’affari si è attestato a $422 milioni, in crescita. Ma anche le perdite sono aumentate, a $134 milioni.
Riporta il Fatto Quotidiano che Twitter si è beccata anche una denuncia, da parte di due fondi americani, esattamente Precedo Capital e Continental Advisors. L’accusa è di aver pianificato nel 2012 un collocamento fittizio di titoli “per gonfiare la valutazione della società e creare interesse degli investitori nei confronti dell’operazione di Ipo”.
I due fondi ritengono di essere stati defraudati per la possibilità di acquisto che poi è sfumata e, di conseguenza, hanno intentato una causa legale contro Twitter presso il tribunale federale di Manhattan, a New York, affermando di essere state danneggiate “in termini di perdite di commissioni e spese così come reputazione”. La denuncia potrebbe costare alla società di microblogging 24,2 milioni di dollari di risarcimento e 100 milioni di dollari di multa.
C’è poi l’approcccio con cui Twitter si è avvicinata ai mercati finanziari per lo sbarco in borsa. Il gruppo ha presentato infatti quella che viene considerata una quotazione “confidenziale” di Ipo, che le permette di lanciare una Ipo senza svelare al pubblico i dettagli della propria “situazione finanziaria”.
Come scrive il Fatto, si tratta di una Ipo “segreta”, che “permette alla società di evitare l’attenzione della stampa sulla propria situazione finanziaria in un momento particolarmente delicato, mentre ha addosso i riflettori del governo, degli investitori e delle autorità di controllo”. E che le consente di nascondere i dati agli stessi concorrenti.
L’altra ombra che incombe sulla quotazione risiede nei profili fake, ovvero falsi, che fanno aumentare il valore della società, creando un rischio bolla. “Twitter ha dichiarato nei documenti presentati per l’Ipo di avere 215 milioni di utenti attivi su base mensile, sottolineando che ‘non più del 5%’ di questi sono fasulli, anche se si tratta di una ‘stima su base statistica e non di un calcolo completo, attualmente irrealizzabile’. Ma i numeri rischiano di essere ben maggiori. Il magazine PRWeek ha denunciato in primavera che almeno 20 milioni di profili del social network non corrispondono ad altrettanti utenti reali (…) Nella maggior parte dei casi i profili fasulli sono creati da aziende private che incassano milioni di dollari di profitti vendendo follower, ovvero coloro che seguono altri utenti, ad agenzie pubblicitarie o a celebrità e politici che puntano così ad aumentare la loro credibilità. I follower vengono venduti a blocchi di mille o un milione, portando gli esperti a stimare un business di circa 360 milioni l’anno”