Guardando al rally che il dollaro ha messo a segno dopo la notizia della vittoria di Donald Trump alle elezioni Usa, la divisione di gestione patrimoniale di UBS – del valore di 2 trilioni di dollari – parla di “Bolla Trump”, e avverte che chi ha fatto trading sullo yen non ha capito nulla.
Secondo Toru Ibayashi, responsabile della divisione di ricerca a Tokyo presso UBS, le speculazioni su una manovra fiscale espansiva da parte di Trump sono state eccessive, mentre a essere stato sottovalutato è l’impatto delle politiche commerciali improntate sul protezionismo che sono, a suo avviso, al primo posto nell’agenda del neo presidente americano.
Proprio le speculazioni sulla Trumpconomics – in particolare sul taglio delle tasse e sull’adozione di imponenti stimoli fiscali negli Stati Uniti – hanno portato lo yen a scivolare nei confronti del dollaro, lo scorso venerdì, al minimo in otto mesi, nei pressi di quota JPY 114, terminando le tre settimane di contrattazioni peggiori dal 1995.
Ma così Ibayashi, intervistato da Bloomberg:
“Il mercato ha scommesso solo sulle politiche più ‘attraenti’ di Trump, e le ha unite con una euforia irragionevole che, a nostro avviso, corrisponde più che altro a un fraintendimento. Un mercato che è in condizioni di ipercomprato e che si è basato sulla speranza cadrà molto in fretta”.
UBS Wealth Management si allinea così alla linea di JP Morgan, secondo cui lo yen si rafforzerà gradualmente, con il rapporto dollaro-yen che scenderà sul mercato del forex dagli attuali JPY 112 a un valore inferiore a JPY 100, nel corso del 2017. UBS crede che il rapporto scenderà fino a 98 nel corso dei prossimi mesi.
In generale, gli analisti interpellati da Bloomberg prevedono che il rapporto dollaro-yen si attesterà a quota JPY 110 entro la fine del 2017, in rialzo comunque rispetto ai JPY 106 attesi nel sondaggio del mese scorso.