Anche se la figlia del presidente Usa Donald Trump, Ivanka, dovesse salire al comando del board di politica monetaria della Federal Reserve, rimpiazzando Janet Yellen, la banca centrale americana alzerebbe comunque ancora almeno una volta i tassi di interesse quest’anno.
Lo ha dichiarato il global economist di UBS Wealth Management secondo cui ormai la banca centrale è intrappolata in una strategia di uscita dalle manovre ultra accomodanti con una tabella di marcia che la stessa Fed sta per stabilire preventivamente. È sottinteso, e i mercati ne sono consapevoli, che “ormai le autorità di politica monetaria accettano che la crescita economica si sia normalizzata” dopo anni di ripresa stentata successivamente alla grande crisi finanziaria del 2008.
“C’è un’inflazione in crescita e c’è una banca centrale che aumenterà il costo del denaro. Gli effetti li stiamo vedendo lungo tutto il mercato obbligazionario“, ha osservato oggi alla CNBC Paul Donovan.
L’inflazione è cresciuta dell’1,4% a maggio rispetto a un anno prima. L’obiettivo della Fed del 2% è ancora distante ma Donovan è convinto che la Fed imporrà una stretta monetaria almeno un’altra volta quest’anno.
Ma, elemento ancora più importante in chiave investimenti, secondo l’economista della banca svizzera la Fed si prepara a mettere a punto una politica definitiva di riduzione del Quantitative Easing a lungo termine.
“Se dovesse salire alla presidenza della Fed una persona sbagliata sarebbe un problema. Proprio per questo la Fed sta fissando le regole di una strategia a lungo termine in modo che anche se ci fosse Ivanka Trump al comando l’anno prossimo, sarebbe molto difficile invertire la politica di uscita dalle misure di quantitative easing”.