Investimenti

UBS WM: i temi chiave e gli asset su cui puntare nella seconda metà dell’anno

È tempo di bilanci per i mercati finanziari. Mentre mancano una manciata di sedute alla fine del primo semestre, gli analisti di UBS Wealth Management, nell’outlook sul secondo semestre, provano ad individuare i temi chiave che terranno banco nei prossimi sei mesi, mettendo in luce, allo stesso tempo, gli asset che, in base alle loro previsioni, offrono maggiori prospettive di rendimento.

I temi chiave

I mercati azionari hanno registrato un’impennata nella prima metà del 2024, con l’S&P 500 che ha guadagnato il 15% da inizio anno. Un aumento sostenuto prevalemente delle aspettative di profitto delle aziende intelligenza. Secondo gli analisti del gruppo elvetico, l’intelligenza artificiale dovrebbe confermarsi uno dei temi chiave anche per la seconda metà dell’anno, insieme ai tassi di interesse Usa che saranno probabilmente ridotti, e i temi politici, primo fra tutti le elezioni americane.

 “La prima parte dell’anno si chiude con un rialzo a doppia cifra delle borse grazie alla forte crescita degli utili, alle attese di tagli dei tassi d’interesse e al tema dell’intelligenza artificiale. Come spesso accade, gli eventi geopolitici sono rimasti sullo sfondo e le borse si sono concentrate maggiormente sui trend economici. Se non ci saranno escalation tali da far sconfinare i conflitti militari in corso, è probabile che continui a essere questa la tendenza” ha sottolineato Matteo Ramenghi, Chief Investment Officer, UBS WM Italy, UBS Europe SE, Succursale Italia, che ha aggiunto: “Gli Stati Uniti eleggeranno un nuovo presidente il 5 novembre. Gli ultimi sondaggi danno Trump al 40,8% delle preferenze contro il 40,2% di Biden (sondaggio FiveThirtyEight al 18 giugno). Nel mercato delle scommesse vengono invece assegnate a Trump maggiori chance di successo. Anche il deficit del bilancio federale statunitense, sempre elevato dal 2009 in poi, sembra difficile da ridurre. La Federal Reserve nel giro di qualche mese si unirà alle altre principali banche centrali che hanno tagliato i tassi”.

Gli asset su cui puntare

Entrando nel dettaglio degli asset di investimento:

Azionario

In uno scenario definito “complesso”, gli analisti confermano l’appeal delle azioni che del settore hi-tech. In particolare delle società che operano nell’intelligenza artificiale, considerata “una delle più grandi opportunità di investimento della storia” e che potrebbe rimanere il principale tema d’investimento. Gli investitori – spiegano da UBS –  devono assicurarsi che i loro portafogli siano “abilitati all’IA”.

Sul mercato azionario l’intelligenza artificiale potrebbe rimanere il principale tema d’investimento. Sei titoli – NVIDIA, Microsoft, Amazon, Apple, Meta e Alphabet – rappresentano il 45% della performance delle borse globali degli ultimi cinque anni. Le enormi risorse movimentate da privati e Stati in questo campo continueranno a spingere i fatturati e a offrire opportunità d’investimento. In particolare, siamo positivi sui colossi tecnologici in grado di coprire più livelli della catena del valore dell’intelligenza artificiale, sia negli Stati Uniti che in Cina, dove le valutazioni sono particolarmente compresse, e sui semiconduttori. Spesso, però, la tecnologia ha raggiunto un peso notevole nei portafogli. In questi casi è consigliabile diversificare. Per esempio, su società più tradizionali che combinano buona redditività e basso debito oppure sulla borsa britannica, che tratta a uno sconto di circa il 10% rispetto alla sua media storica (sulla base degli utili attesi) per via degli strascichi della Brexit e dell’incertezza legata alle elezioni in programma a luglio” spiega Ramenghi.

C’è poi il tema delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti, che “potrebbe portare a un aumento della volatilità”.

“Per questo riduciamo l’esposizione ai titoli legati ai consumi discrezionali e alle energie rinnovabili, che potrebbero risentire di una vittoria di Trump (al momento favorito secondo gli ultimi sondaggi ndr). Per la stessa ragione, guardiamo con interesse agli industriali e ai finanziari, in considerazione di possibili incentivi fiscali e deregulation. In particolare, i titoli finanziari registrarono la migliore performance nel mese successivo l’elezione di Trump nel 2016 (+18%), seguiti da petroliferi (+15%)”.

Valute

Per quanto riguarda il mercato valutario, gli esperti sottolineano che anche quest’anno gli Stati Uniti sono stati l’economia più performante. Inoltre, “l’inflazione superiore alle attese ha portato a un leggero incremento dei rendimenti e a un ulteriore rafforzamento del dollaro”.

Giardando avanti,

“Nel breve termine il dollaro rimarrà sostenuto, anche per via delle numerose incertezze geopolitiche, ma sulla base dei fondamentali risulta sopravvalutato. Si trova su livelli simili a quelli degli anni ’80 e dell’inizio del secolo ed è quasi il 18% più forte rispetto all’inizio della precedente presidenza di Trump. A medio termine ci aspettiamo un deprezzamento. Dopo un periodo di debolezza e due tagli dei tassi, il franco svizzero offre nuovamente un buon potenziale. L’inflazione si mantiene bassa e il differenziale di rendimento rispetto alle altre principali valute potrebbe ridursi. Il franco rappresenta inoltre un bene rifugio in un periodo così turbolento”.

Materie prime

Nonostante i forti rialzi da inizio anno, Ubs si aspetta possibili ulteriori incrementi del prezzo dell’oro nei prossimi mesi grazie ai continui acquisti da parte delle banche centrali.

Secondo il World Gold Council, l’allocazione delle riserve dei Paesi emergenti rimane poco più della metà di quella delle economie avanzate (16% contro 29%). Se, per ipotesi, allineassero l’esposizione a quella delle economie sviluppate si creerebbero acquisti per 29 mila tonnellate, che sono equivalenti al 15% dello stock esistente a livello mondiale. In questo contesto, nell’ambito di un portafoglio diversificato, qualche punto percentuale di oro può svolgere un ruolo stabilizzatore”.

Obbligazioni

Uno sguardo infine al reddito fisso.

“Nel quadro del progressivo rallentamento delle principali economie e del calo dell’inflazione, il dibattito si concentrerà sull’entità dei tagli dei tassi nel 2025, che pensiamo saranno ingenti sia in Europa che negli Stati Uniti. Per quanto riguarda questi ultimi, le nostre aspettative sono molto diverse da quelle del consensus (media delle stime pubblicate) che riflette tassi alti a lungo”.

Lo scenario di base di UBS prevede che la Federal Reserve effettuerà due tagli di 25 punti base quest’anno, il primo a settembre, per poi proseguire con ulteriori tagli di 100 punti base nel 2025, lasciando i tassi al 3,75-4% entro la fine del prossimo anno. 3,75-4% entro la fine del prossimo anno.

“Per questo continuiamo a suggerire di bloccare i rendimenti a medio- lungo termine su obbligazioni di buona qualità per garantirsi ritorni superiori all’inflazione attesa anche nei prossimi anni. Inoltre, questo tipo di obbligazioni ha una natura anticiclica e le valutazioni potrebbero apprezzarsi qualora le banche centrali accelerassero i tagli. Per la stessa ragione, al di là delle effettive esigenze, sconsigliamo di detenere troppa liquidità, fondi monetari e depositi perché, a scadenza, il reinvestimento potrebbe produrre rendimenti deludenti”.