NEW YORK (WSI) – Nessun onore, ma neanche la pensione o l’assicurazione sanitaria per l’uomo che ha ucciso Osama bin Laden, nemico numero uno degli Stati Uniti. Il Navy Seal del Team Six che la notte del primo maggio 2011 sparò tre volte alla testa del leader di al Qaida, nel corso del raid in Pakistan, ha nel settembre scorso lasciato dopo 16 anni le forze armate, tre anni prima del minimo previsto, ed è tornato alla vita civile, perdendo ogni beneficio. Lo ha raccontato lui stesso in una lunga intervista al mensile Esquire, in cui per proteggere la sua identità viene indicato come ‘the Shooter’, lo sparatore. ”Ricordo che mentre lo guardavo esalare l’ultimo respiro ho pensato: ‘questa è la cosa migliore o la cosa peggiore che io abbia mai fatto?”’, ha raccontato al giornalista Phil Bronstein, del Center for Investigative Reporting.
”L’assicurazione sanitaria per me e per la mia famiglia è cessata a mezzanotte di venerdì” ha raccontato a Bronstein non molto tempo dopo quello stesso venerdì, aggiungendo di aver chiesto se ci fosse una qualche forma di transizione verso una nuovo sistema assicurativo, e la risposta fu: ”No. Hai lasciato il servizio. La tua copertura è finita. Grazie per i tuoi 16 anni. Vai farti fo…”.
Sedici anni in cui ha ucciso decine di ”nemici combattenti” in innumerevoli missioni; di cui però la quella cruciale è stata ovviamente quella contro il leader di al Qaida. Se lo trovò davanti entrando in quella stanza a terzo piano della villetta ad Abbottabad. E nel racconto ricorda che ”era in piedi. Aveva le mani sulle spalle di una donna e la stava spingendo in avanti. Non esattamente verso di me…Io lo guardo… ha un fucile su una mensola vicino a lui, l’AK per cui è famoso. E si muove in avanti. Non so se la donna ha una cintura esplosiva…lui ha una pistola a portata di mano. E’ una minaccia…gli ho sparato, due volte, in fronte. Bum, Bum. La seconda volta mentre cadeva. Si è accartocciato sul pavimento, davanti al suo letto, e gli ho sparato di nuovo. Bum, allo stesso posto”.
Nell’articolo per Esquire, Bronstein elenca una lunga serie di benefici mancati, a cominciare dai 25 milioni di dollari di taglia che pendevano sulla testa di bin Laden e che non sono andati agli uomini del Team Six. Così come alcuna provvigione su libri o film su quella notte, su quella operazione. Ma anche quelli persi da ”the Shooter”, come la pensione e l’assicurazione sanitaria, nonostante l’artrite, tendinite danni alla vista e altri malanni causati dalla vita sotto le armi. O persino un matrimonio felice, poiché si é separato dalla moglie, stanca di vederlo andar via per un lavoro che lo teneva fino a 300 giorni l’anno lontano da casa. (ANSA)