KIEV (WSI) – Tra un mese esatto l’Ucraina dovrà restituire un prestito da $75 milioni ricevuto dalla Russia, a cui deve in totale 3 miliardi. Ma è molto probabile che il risarcimento non avverrà, dal momento che il parlamento di Kiev ha adottato martedì una legge per congelare tutti i pagamenti del debito contratto all’estero.
Da Mosca il ministro delle Finanze russo Anton Siluanov ha fatto sapere ai giornalisti che se le autorità ucraine non riusciranno a effettuare il pagamento, “ci rivolgeremo direttamente al tribunale”.
Le cose si mettono male per l’Ucraina, alle prese con una devastante crisi finanziaria. Il presidente russo Vladimir Putin intanto ha dato istruzione al premier Dmitry Medvedev di assumere il controllo della situazione e assicurarsi che Mosca abbia indietro i tre miliardi di dollari di debito in eurobond comprati dalla Russia nel 2013.
Secondo lo zar russo la moratoria sui ripagamenti del debito adottata dal parlamento ucraino, che vale anche per i 3 miliardi dovuti alla Russia, equivale a un annuncio ‘de facto’ di default. Se Mosca dovesse veramente portare le carte in tribunale, il rischio è che altri creditori possano essere spinti a fare lo stesso. Kiev ha un debito complessivo di $23 miliardi nei confronti di entità internazionali.
Putin ha le sue ragioni ad essere furioso, una delle quali è che il Fmi da un lato punisce Atene ma dall’altro grazia invece Kiev. Inoltre, una sospensione dei pagamenti non coordinata con i creditori si traduce sempre in un default tecnico e nel caso dell’Ucraina compromette anche le possibilità di Kiev di attirare investimenti privati tramite il programma dell’Unione Europea.
Il Fondo Monetario Internazionale, che sta cercando di ottenere la collaborazione dei creditori in modo che accettino una ristrutturazione del debito ucraino, ha annunciato in marzo che la Russia non avrebbe avuto indietro i 3 miliardi di bond quest’anno. L’istituto di Washington non ha usato il termine “ristrutturzione”, bensì “operazione sul debito”.
(DaC)