Reazione immediata dell’Occidente con l’annuncio di sanzioni economiche alla mossa di Vladimir Putin, che ieri ha riconosciuto le regioni secessioniste ucraine di Donetsk e Lugansk e vi ha inviato i propri militari in quella che ha definito ‘forze di pace’. Ieri, il Presidente Usa Biden ha firmato un decreto per vietare nuovi investimenti, scambi e finanziamenti da parte di entità statunitensi nelle regioni di Donetsk e Luhansk.
Anche gli alleati europei hanno auspicato l’adozione di sanzioni, ma per ora nulla di concreto. La moderazione e la cautela nei passi riflette la difficoltà di trovare una risposta unificata, che faccia coincidere gli interessi di tutti e sia proporzionale ai passi di Putin.
Se gli Stati Uniti vorrebbero imporre “sanzioni senza precedenti” per colpire l’economia russa, incluso il settore energetico, dal Vecchio Continente prevale la cautela. Bruxelles ha fatto sapere che “reagirà con sanzioni contro coloro che sono coinvolti in questo atto illegale”, ma non ha fornito alcun dettaglio sulle misure né sugli obiettivi precisi.
Sanzioni, cautela dall’Ue, il nodo del gas
D’altro canto, gli interessi economici in ballo sono diversi. Per Washington, imporre sanzioni alla Russia non rappresenta un grande problema economico, tutto il contrario per Bruxelles il cui interscambio commerciale con Mosca è dalle otto alle dieci volte superiore a quello russo-americano.
L’Italia per esempio vorrebbe che dal pacchetto venisse escluso il settore energetico vista la grande dipendenza dalle forniture di gas russo, e così pure la Germania. Ma è soprattutto il nostro paese, ad essere il “più esposta” alle forniture russe di gas. Lo ha spiegato chiaramente il premier Mario Draghi, ricordando che altri Paesi possono contare anche sul nucleare ed il carbone. Evitare sanzioni sull’energia è una priorità condivisa con la Germania. Che sul gasdotto Nord Stream 2 ha puntato molto, nonostante le resistenze americane.
Secondo il governo tedesco, del resto, qualunque tipo di sanzione “colpirà duramente anche la nostra economia”, ha rilevato il ministro dell’economia Robert Habeck.