Sale la tensione tra Washington e Mosca sulla questione Ucraina con gli Stati Uniti che hanno convocato per il prossimo lunedì 31 gennaio una riunione del Consiglio di sicurezza dell’Onu. Intanto, in una telefonata al presidente ucraino Volodymyr Zelensky, il presidente Usa Joe Biden ha ribadito che gli Stati Uniti con i suoi alleati e partner sono pronti a rispondere “risolutamente se la Russia invaderà ulteriormente l’Ucraina”. L’inquilino della Casa Bianca ha anche avvertito della “possibilità concreta che i russi invadano l’Ucraina in febbraio”, come ha riferito la portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale Usa Emily Horne.
Come riferisce una nota della Casa Bianca, Biden ha anche “sottolineato l’impegno degli Stati Uniti per la sovranità e l‘integrità territoriale dell’Ucraina“, ricordando “che gli Usa hanno fornito all’ Ucraina oltre mezzo miliardo di dollari in sviluppo e assistenza umanitaria nell’ultimo anno” e spiegando che è allo studio “un ulteriore sostegno macroeconomico per aiutare l’economia ucraina in mezzo alle pressioni derivanti dal rafforzamento militare della Russia”. Il presidente Usa ha quindi chiarito che, “nonostante la partenza dei familiari americani del personale dell’ambasciata, l’ambasciata degli Stati Uniti a Kiev rimane aperta e pienamente operativa”.
Il presidente ucraino, dal canto suo, ha definito la minaccia russa “pericolosa, ma ambigua”. Il Pentagono ha reso noto alcune delle unità che sono state messe in stato di allerta per essere eventualmente dislocate in Europa dell’est nel caso la Russia invada l’Ucraina, per un totale di 8.500 uomini.
Ucraina, Mosca prende tempo
La palla in ogni caso adesso è nel campo russo e rischia di rimanerci a lungo. Il Cremlino non ha fretta di reagire alle risposte fornite dagli Usa e dalla Nato alle sue richieste per le garanzie di sicurezza alle quali ha legato la soluzione della crisi ucraina.
Mosca sembra puntare a prolungare un braccio di ferro, che ha già portato alla luce qualche crepa tra americani ed europei e aspetta di vedere se “l’unanimità totale” tra Europa e Usa di cui ha parlato il presidente Joe Biden reggerà all’innalzamento costante della tensione.
Tutto questo mentre arriva il sostegno esplicito della Cina, e Vladimir Putin allarga il gioco anche verso la Turchia, dicendo di accettare una mediazione del presidente Recep Tayyip Erdogan. Mosca, insomma, sembra convinta che il tempo giochi a suo favore soprattutto, per un possibile venir meno degli approvvigionamenti di gas russo.