(9Colonne) – Bruxelles, 15 feb – Solo il 35,5% dei posti di lavoro dell’Unione europea è occupato da donne, con notevoli differenze però tra paese e paese: da un 43% di presenza femminile nei paesi baltici si scende al 26% di una realtà sociale come quella di Malta; nel mezzo ci sono paesi come Spagna, Italia, Grecia e Svezia, che si collocano ben al di sotto della media europea: questi alcuni dei dati più significativi della ricerca sull’occupazione pubblicata dall’ufficio statistico di Bruxelles e promossa in occasione dell’anno europeo delle pari opportunità. L’indagine ha preso in esame 23 settori lavorativi che hanno rivelato percentuali interne molto diverse: dallo studio risulta che soltanto in quattro ambiti – il tessile, il commercio al dettaglio, i servizi finanziari e la ristorazione – le donne sono presenti in percentuale maggiore rispetto agli uomini. Nello specifico, la forza lavoro in rosa costituisce il 65% della manodopera nel settore tessile e delle calzature, il 61,5% nel commercio al minuto, il 55% nei servizi alberghieri e di ristorazione e il 51% in quelli finanziari. Nettamente in minoranza, invece, in ambiti come quello minerario e quello edile, dove gli uomini raggiungono il quasi totale dominio con il 92% dei posti occupati. Per quanto riguarda il tipo di contratto di lavoro, si nota che l’utilizzo del tempo parziale è importante in paesi come l’Olanda e in netto contrasto con la realtà ereditata dai paesi di nuova adesione, dove è quasi nullo, e con paesi quali Grecia, Portogallo e Spagna, in cui la percentuale è all’incirca tra il 4% e il 10%.
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