Nuova gatta da pelare per Elon Musk. La Commissione europea ha accusato X, l’ex Twitter, di proprietà dell’imprenditore sudafricano, di ingannare gli utenti e di violare le norme sui contenuti digitali, mettendo il gigante dei social media a rischio di una pesante multa.
La Commissione, che è il braccio esecutivo dell’UE, ha avviato un’indagine l’anno scorso per valutare se X stia violando il Digital Services Act (DSA), un atto legislativo che impone alle aziende di Big Tech di controllare meglio i contenuti delle loro piattaforme.
Ue accusa X: ecco perché
Il parere preliminare dell’organismo europeo è che X ha violato le regole relative ai dark pattern, alla trasparenza della pubblicità e all’accesso ai dati. I cosiddetti dark pattern sono tattiche ingannevoli progettate per spingere le persone verso determinati prodotti e servizi.
“L’uso da parte di X del segno di spunta blu per gli account verificati non corrisponde alle pratiche del settore”, ha affermato la Commissione, in quanto chiunque può iscriversi e ottenere lo status di verificato, aggiungendo che ci sono prove di “attori malintenzionati motivati” che abusano dello status di verificato per ingannare gli utenti.
La Commissione ha inoltre accusato X di aver posto in essere caratteristiche e barriere progettuali che ostacolano la trasparenza pubblicitaria e ha affermato che non consente di accedere a dati pubblici, come richiesto dalla DSA.
“A nostro avviso, X non rispetta la DSA in settori chiave della trasparenza, utilizzando modelli oscuri e quindi ingannando gli utenti, non fornendo un archivio di annunci adeguato e bloccando l’accesso ai dati per i ricercatori”, ha dichiarato il capo dell’antitrust dell’Unione Europea, Margrethe Vestager.
“La DSA ha come fulcro la trasparenza e siamo determinati a garantire che tutte le piattaforme, compresa X, rispettino la legislazione dell’UE”.
X rischia maxi multa
Se le opinioni della Commissione saranno confermate, X potrebbe dover affrontare una multa fino al 6% del suo fatturato annuale globale.
“X ha ora il diritto di difendersi, ma se il nostro punto di vista sarà confermato, imporremo multe e richiederemo cambiamenti significativi”, ha dichiarato il capo dell’industria dell’UE Thierry Breton in un post su X.
Questo avviene mentre l’UE sta dando una stretta ai giganti della tecnologia come Google e Meta. Nel 2022 la Commissione ha introdotto la legge sui servizi digitali, una parte fondamentale della quale si concentra sul modo in cui le aziende digitali si rivolgono agli utenti con gli annunci pubblicitari.