ROMA (WSI) – Nessun patto con Putin. Il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, intervenuto in un’intervista a La Stampa, intende moderare quanti domandino all’Unione Europea di chiudere un’occhio sulla crisi Ucraina e stringere un’alleanza contro il terrorismo a fianco dei russi.
La nostra linea è chiara, non ci sarà alcun baratto sottobanco coi russi fra Siria e Ucraina. Politicamente, vuol dire che manterremmo le sanzioni sino a che l’accordo di Minsk non sarà attuato. Occorre più buona volontà da parte di Putin.
Secondo Tusk il fatto è falso affermare che la Russia stia attivamente combattendo l’ISIS, anche chiamato Stato Islamico: in cima all’agenda del Cremlino ci sarebbe, in primo luogo, la conservazione del governo di Bashar Al-Assad:
L’impegno occidentale non è proteggere Assad dall’opposizione. Invece il 90% degli azioni russe non è contro Isis
L’Europa, nel frattempo, si è schierata col nemico giurato dei russi, la Turchia di Recep Tayyip Erdogan, offrendo 3 miliardi di euro in cambio di un maggiore controllo sul flusso di migrazioni che dalla Turchia è transitato sulla rotta balcanica. Così Tusk:
Ankara è un anello della catena. Se vogliamo una politica per la migrazione, va assicurato il controllo delle frontiere esterne
Le esigenze di sicurezza, infine, stanno nuovamente mettendo in discussione il trattato di Schengen e la libera circolazione delle persone all’interno dell’area. Se sia necessaria uno Schengen che escluda la Grecia il presidente del Consiglio europeo risponde:
Una mini Schengen è una “no-Schengen”. Non può essere meglio alzare una barriera fra Germania e Spagna piuttosto che rafforzare le frontiere esterne Ue: è proprio quello che dobbiamo fare. Non è che i migranti sono troppi e quindi non li possiamo fermare. Sono troppi e dunque li dobbiamo fermare