La Commissione Europea ha sbagliato a dichiarare che la Apple ha avuto un vantaggio selettivo e quindi, per estensione, un aiuto di Stato da parte dell’Irlanda. Questa la conclusione a cui è giunto il Tribunale dell’Ue annullando la decisione di Bruxelles, che nel 2016 aveva costretto l’azienda di Cupertino a versare 13 miliardi di imposte arretrate nelle casse del Fisco irlandese.
L’indagine dell’Antitrust su Apple
L’indagine di Bruxelles era stata avviata nel 2013 e metteva luce su trattamento fiscale ottenuto da Apple sin dal 1991 e fino al 2015 in Irlanda. Nel paese in dettaglio, l’imposizione fiscale è del 12,5%, ma secondo l’Antitrust le aziende collegate ad Apple avrebbero pagato un tasso effettivo dell’1% nel 2003, sceso poi allo 0,5% nel 2001 e addirittura allo 0,005% nel 2014. Nel 2016 l’Antitrust guidato da Margrethe Vestager aveva considerato quell’intesa un aiuto di Stato illegale, per questo ne aveva imposto la restituzione obbligando al versamento di 13 miliardi di imposte arretrate. Da qui il colosso guidato da Tim Cook ha fatto appello e oggi è arrivato il verdetto secondo il quale il Tribunale Ue, la Commissione non è riuscita a dimostrare in modo giuridicamente adeguato l’esistenza di un vantaggio anticoncorrenziale.
Accogliamo la sentenza della Corte che annulla la decisione della Commissione – ha commentato il ministero delle Finanze irlandese -. Noi avevamo sempre detto con chiarezza che non c’era stato alcun trattamento speciale alle due società di Apple. Alle quali era stato addebitato il corretto ammontare di imposte in linea con le regole fiscali irlandesi”.