Nonostante la polemica politica intorno al nuovo decreto immigrazione fortemente voluto dal ministro dell’Interno, Matteo Salvini, fonti interne all’Unione Europea non sarebbero ostili al giro di vite contro i richiedenti asilo e i cittadini condannati per terrorismo.
Secondo quanto afferma l’agenzia Askanews, il provvedimento non viene visto come “completamente fuori luogo”, dalle fonti comunitarie contattate in via riservata, sebbene il pronunciamento ufficiale dovrà necessariamente basarsi sul testo successivo “all’approvazione del legislatore”.
Tramite il decreto immigrazione i richiedenti asilo che risultino condannati in primo grado o in caso di pericolosità sociale si vedranno sospesa la propria richiesta; inoltre è prevista la revoca della cittadinanza italiana per i soggetti condannati per reati di terrorismo. Fra gli altri punti controversi c’è la stretta sul diritto di protezione umanitaria, disciplinata da stringenti fattispecie che autorizzano il riconoscimento di tale condizione.
Interrogate sul prevedibile aumento delle espulsioni come conseguenza del decreto le fonti avrebbero risposto: “Bene!”.
“Dovremo vedere, esaminare la compatibilità della nuova legge” con il diritto comunitario, hanno proseguito le fonti, ricordando che comunque la protezione umanitaria, “non è regolata dall’Ue” e quindi gli Stati membri “possono fare quello che vogliono” su questo terreno.
Le stesse fonti hanno poi ravvisato in alcuni contenuti del decreto immigrazione vari elementi da tempo nelle proposte della Commissione europea come “l’aumento del periodo di detenzione, la riduzione dei tempi delle procedure, l’emissione dell’ordine di rimpatrio contemporaneamente alla notifica del rigetto della domanda d’asilo” o di protezione internazionale.