Economia

UE: COLMARE DISPARITA’ RETRIBUTIVA TRA SESSI

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(9Colonne) – Bruxelles, 18 lug – Le donne continuano a guadagnare meno degli uomini, mediamente il 15% in meno nell’intera economia Ue. Lo riporta una relazione pubblicata dalla Commissione europea, che oggi indica i modi in cui la Ue può colmare lo scarto, che negli ultimi 10 anni è praticamente restato immutato. La disparità retributiva tra i sessi è la differenza tra la retribuzione media oraria delle donne e quella degli uomini, prima delle imposte, nell’insieme dell’economia. La disparità riflette le discriminazioni e le disuguaglianze che esistono attualmente sul mercato del lavoro e che, in pratica, colpiscono soprattutto le donne. “Le ragazze sono più brave dei ragazzi a scuola e il numero delle donne che accede al mercato del lavoro con un titolo universitario è superiore a quello degli uomini, ma lo scarto retributivo del 15% continua ad esistere. Questa è una situazione assurda e deve cambiare”, sostiene Vladimir Spidla, Commissario Ue per l’Occupazione, gli affari sociali e le pari opportunità. “La disparità retributiva è una questione complessa che ha molteplici cause” – aggiunge Spidla – talvolta si tratta di pura e semplice discriminazione. Spesso però le cause restano nascoste: molte donne svolgono attività non retribuite (si pensi ai lavori casalinghi e all’assistenza di persone a carico); molte lavorano a tempo parziale e, spesso, i settori ad alta femminilizzazione sono anche quelli peggio retribuiti”. E conclude: “E’ veramente ora di cambiare. Il solo modo per uscirne è coinvolgere uomini e donne, ONG, parti sociali e governi e affrontare il problema a tutti i livelli”. La disparità retributiva tra i sessi va ben oltre la questione di una parità salariale a parità di lavoro. Una della cause principali è il modo in cui vengono valutate le competenze delle donne rispetto a quelle degli uomini. Mansioni che richiedono qualifiche simili tendono a essere remunerate meno se svolte in prevalenza da donne piuttosto che da uomini. In alcuni paesi, ad esempio, le bambinaie guadagnano meno dei meccanici, le cassiere dei supermercati meno dei magazzinieri, le infermiere meno dei poliziotti.