Concedere maggiore flessibilità all’Italia? L’Unione europea è disposta a farlo, ma l’importante è che l’Italia sia seria. Parola di Pierre Moscovici, commissario Ue agli Affari economici e finanziari, che ha risposto così a una domanda posta dal giornalismo, a margine della riunione dell’Eurogruppo.
Moscovici si è così espresso:
La Commissione “si è sempre mostrata disponibile a prendere in considerazione la flessibilità”, ma “allo stesso tempo è necessario che l’Italia continui ad essere seria nello sforzo di riduzione del deficit”. A tal proposito, “mi sono intrattenuto a lungo e amichevolmente con Pier Carlo Padoan a Washington. Siamo consapevoli degli sforzi fatti dall’Italia per ridurre il suo deficit, sappiamo anche che possono manifestarsi circostanze eccezionali e la Commissione si è sempre mostrata disponibile a considerare la concessione di flessibilità, per le riforme, gli investimenti, o nel caso in cui accadano situazioni straordinarie, penso a rifugiati o terremoto”.
Un’altra condizione sembra però che l’Ue voglia che l’Italia rispetti:
Moscovici dice infatti ok a “tutta la flessibilità” possibile sui conti dell’Italia, auspicando che, oltre che al rafforzamento dell’Europa, “l’Italia resista ai populismi”. Certo, il rispetto di tutte le condizioni desiderate non è sufficiente, visto che “ci sono anche regole che devono essere rispettate da tutti. Ci sono flessibilità che ci consentono una interpretazione intelligente del patto, ma restando nell’ambito delle regole, e i nostri amici italiani lo sanno fare”.
Moscovici aggiunge poi che l’Ue non ha ricevuto ancora la bozza della legge di bilancio dell’Italia, così come anche nel caso di altri paesi. Arriva poco dopo la nota del ministro dell’economia Padoan, che afferma che l’Italia sta “lavorando al fianco dell’Ue” e che “il governo sta preparando il bilancio che sarà presentato a fine settimana in Consiglio dei ministri. Lavoriamo in assoluto rispetto delle regole, non c’è il problema di rassicurare nessuno. Aggiungo che c’è anche un inizio di un processo di revisione del Patto di Stabilità di cui si era già parlato a Bratislava”.
Focus anche sull’intervista che il Commissario Ue Moscovici ha rilasciato in via esclusiva a Cnbc Class Editori, pubblicata in mattinata:
“L’indebitamento italiano è superiore al 130% del pil: è troppo alto e chiaramente deve essere ridotto. Questo è il motivo per cui sono necessarie solide politiche fiscali. Questo è anche il motivo per cui è in corso un dialogo – che definirei positivo e costruttivo – con il governo italiano: vogliamo assicurarci che le finanze pubbliche siano a livelli adeguati. Chiediamo all’Italia di procedere nella riduzione del deficit, non perché abbiamo particolari timori, ma perché il fardello del debito pesa sul futuro dei giovani e riduce la possibilità di sviluppare politiche pro crescita”.
Sul presunto via libera alla flessibilità, Moscovici è stato chiaro:
“Non è una questione di semaforo verde. L’Italia è un Paese a cui prestiamo molta attenzione. E’ la terza economia dell’Eurozona, un partner importante, uno dei Paesi fondatori. Vogliamo un’Italia forte al cuore dell’Europa. Vogliamo un’Italia che sia tra i motori di crescita del vecchio continente e non vogliamo affidarla alle forze populiste. Per quanto riguarda la flessibilità, vi ricordo che l’Italia è l’unico Paese in Eurozona ad avere beneficiato di tutte le flessibilità a disposizione e teniamo conto di alcune situazioni particolari come quelle legate ai rifugiati e all’emergenza terremoto. All’Italia verrà garantita tutta la flessibilità disponibile. Ma la flessibilità potrebbe non essere abbastanza, e non esclude la necessità di continuare a ridurre il deficit ad appropriati livelli. E’ su questo che stiamo discutendo con le autorità italiane, in uno spirito costruttivo e positivo ma serio perché ci sono regole che devono essere rispettate da tutti. L’Italia, in quanto leader dell’Eurozona, deve dare l’esempio”.
E alla domanda ben precisa “Ha parlato di una minaccia populista in Italia. A cosa si riferisce, esattamente?”
“Non voglio intervenire in questioni politiche. Gli italiani sono un popolo maturo in grado di decidere per il loro futuro. Non gli serve che qualcuno dall’esterno gli dica per quale partito votare. E non è il mio obiettivo. Ma coloro che dicono agli italiani che l’euro non è nel loro interesse e l’Unione Europea non è nel loro futuro, si sbagliano. Promettono un domani relegato ai confini nazionali, in un Paese che sarebbe troppo piccolo per competere in un mondo sempre più complesso. Serve un’unione politica forte. L’Italia è un asset per l’Europa e l’Europa è un asset per l’Italia”.