Bruxelles – Guerra a paradisi fiscali e strategie più “aggressive” contro i cavilli che vengono sfruttati da evasione e elusione fiscale. Sono i due assi portanti del piano d’azione presentato oggi dalla Commissione europea contro le frodi al fisco.
“Ogni anno nell’Ue si perdono mille miliardi di euro a causa dell’evasione e dell’elusione”, ha affermato Algirdas Semeta, commissario per Fiscalità e Unione doganale, che ha presentato la nuova strategia con una conferenza stampa a Bruxelles.
Il piano di azione Ue prevede inoltre di creare un “codice dei contribuenti“, ma anche un codice di identificazione fiscale dell’Ue. Si punta inoltre ad un generale riesame delle disposizioni antiabuso contenute nelle principali direttive dell’Unione e a orientamenti comuni per la tracciabilità dei flussi di denaro.
Secondo l’eurocommissario Semeta, il problema su evasione e elusione fiscali è che “non si tratta soltanto di una scandalosa perdita di entrate estremamente necessarie, ma di una minaccia per la giustizia fiscale. Sebbene gli Stati membri debbano potenziare le misure nazionali per la lotta all’evasione, le soluzioni unilaterali non saranno sufficienti.
In un mercato unico, nel contesto di un`economia globalizzata, le incoerenze e le lacune nazionali diventano il terreno di gioco per chi cerca di eludere la tassazione – ha avvertito -. Una posizione forte e coesa dell`Unione nei confronti degli evasori fiscali, e di coloro che li agevolano, è quindi fondamentale”.
Il piano d’azione della Commissione prospetta un insieme globale di misure, da attuare ora o in futuro, per aiutare gli Stati membri a tutelare la propria base imponibile e a recuperare i miliardi di euro che sono loro legittimamente dovuti. Come primo risultato immediato, la Commissione ha adottato oggi anche due raccomandazioni per esortare gli Stati membri a intraprendere azioni immediate e coordinate su specifici problemi urgenti.
La prima raccomandazione prevede una forte presa di posizione dell’Ue contro i paradisi fiscali, che vada oltre le attuali misure internazionali. Utilizzando criteri comuni, gli Stati membri sono incoraggiati a individuare i paradisi fiscali e a inserirli in “liste nere” nazionali. Vengono stabilite inoltre misure specifiche per convincere i paesi terzi ad applicare le norme di governance dell’Unione.
La seconda raccomandazione dell’Ue riguarda la pianificazione fiscale che si vuole “aggressiva”.
Suggerisce le modalità con cui affrontare i tecnicismi e le lacune giuridiche che alcune aziende sfruttano per evitare di pagare il loro giusto contributo, recita un comunicato. Gli Stati membri sono incoraggiati a rafforzare le proprie convenzioni contro la doppia imposizione, per evitare che esse si traducano in un’assenza totale di imposizione.
Inoltre, è opportuno che i singoli paesi adottino una comune norma generale antiabuso grazie alla quale potrebbero ignorare qualsiasi artificio escogitato ai fini dell’elusione fiscale e tassare invece in base all’effettiva sostanza economica.
Per migliorare ulteriormente il lavoro svolto all’interno dell’Ue in materia di concorrenza fiscale dannosa, si raccomanda agli Stati membri di potenziare l’azione del codice di condotta Ue sulla tassazione delle imprese. Se le soluzioni volte a eliminare alcune incoerenze specifiche non sono adottate e attuate in tempi utili e in modo efficace, la Commissione presenterà, ove opportuno, proposte legislative d’azione. Si raccomanda inoltre di estendere l’ambito di applicazione del codice di condotta ai regimi fiscali speciali per i soggetti privati facoltosi.
Il piano d`azione presentato oggi rappresenterà il contributo dell’Ue al dibattito internazionale in materia di evasione ed elusione fiscali, in seno all’Ocse e al G20. In quanto tale, il piano sosterrà la posizione dell’Ue nel chiedere norme più rigorose di buona governance fiscale a livello mondiale. (TMNews)