BRUXELLES (WSI) – L’Unione europea ha detto sì alle norme anti-dumping che dovrebbero porre fine una volta per tutte alle frequenti pratiche di vendite sottocosto che causano danni ingenti soprattutto nei settori dell’acciaio e della manifattura tradizionale.
Bruxelles aveva già presentato una proposta di riforma del sistema anti-dumping un anno fa, in vista della scadenza fissata dal protocollo di accesso della Cina all’Organizzazione mondiale del commercio per il riconoscimento dello status di economia di mercato a Pechino. Le nuove regole, che entreranno in vigore da gennaio 2018, imporranno ai partner commerciali extra-europei di conformarsi agli standard sociali e ambientali internazionali per evitare di subire misure anti dumping. Si tratta di una novità fondamentale, visto che per anni le politiche di vendita a basso costo si sono basate sul mancato rispetto di parametri fondamentali quali il lavoro, la tassazione e l’ambiente.
In base alle nuove regole inoltre la Commissione europea potrà monitorare la situazione nei paesi esportatori e le imprese Ue potranno basarsi sulle relazioni della stessa Commissione per presentare reclami.
Come sottolinea in una nota il presidente del Parlamento Ue Antonio Tajani:
“La nostra politica commerciale deve rafforzare la base industriale e creare occupazione in Europa. Le nuove misure anti-dumping vanno nella giusta direzione. Prevedono strumenti di difesa commerciale adeguati, introducendo anche criteri sociali e ambientali e una chiara definizione delle distorsioni di mercato e dell’onere della prova”.
Esprime soddisfazione per le nuove norme anti dumping targate Ue anche Confindustria dalle parole della vicepresidente Lisa Ferrarini:
“Il risultato di oggi è senza dubbio il migliore che potessimo ottenere. Ora occorrerà vigilare sull’attuazione degli impegni presi”.