ROMA (WSI) – L’Ue si farebbe trovare impreparata in caso di fallimento di una delle banche della regione. A dirlo, proprio nel giorno della chiusura dell’operazione fondo Atlante di salvataggio del sistema bancario italiano, è un commissario europeo. Jonathan Hill, della Commissione dei Servizi ritiene infatti che l’Unione Europea sia in ritardo nel processo di implementazione dei piani anti crisi.
Il successo dell’operazione del fondo privato italiano paventato dall’esecutivo italiano è discutibile: ben 67 gruppi bancari, assicurativi e statali hanno risposto presente all’appello del governo partecipando alla raccolta fondi, ma i soldi messi insieme sono risultati pari a 4,25 miliardi di euro, sotto i 6 miliardi attesi.
Il blocco a 28 deve ancora fare progressi nella gestione dei crac del sistema bancario. Se dovesse scoppiare una nuova crisi finanziaria, l’Europa potrebbe avere brutte sorprese secondo Hill, che ha esortato quindi gli Stati membri a fare più e raccogliere maggiori risorse per mettersi al riparo in caso di un’altra tempesta.
Dopo le crisi finanziarie e del debito sovrano dell’area euro, i paesi dell’Unione Europea hanno messo a punto un progetto di unione bancaria volto a rimodellare il settore e renderlo più resistente a eventuali choc. La stabilità finanziaria degli istituti finanziari ne uscirebbe innegabilmente rafforzata, ma il progetto è lungi dall’essere completato e approvato da tutte le parti in causa.
Nel corso dell’ultima crisi, dal 2008 al 20112, i paesi dell’Eurozona hanno dovuto sborsare miliardi di euro per salvare le banche in crisi che erano troppo esposte ai prodotti finanziari e strumenti derivati rischiosi. Quando il castello di carta è saltato in aria, i contribuenti sono stati costretti a pagare di tasca loro per gli errori e la spregiudicatezza del mondo finanziario, che in teoria dovrebbe invece servire a migliorare le condizioni di famiglie e imprese.
“C’è ancora molto da fare per essere sicuri di essere nella migliore posizione possibile per salvare una banca sull’orlo del fallimento“, ha dichiarato il commissario oggi, prima di lodare comunque i progressi fatti sin qui nel settore da quando è scoppiata la crisi.
Uno strumento fondamentale per prevenire nuove crisi bancarie è il piano per la risoluzione dei problemi delle banche in difficoltà dell’area euro. L’idea è che se le finanze di un istituto stanno per fare default, la banca potrà essere salvata in un breve periodo di tempo, idealmente nel giro di un weekend.
Piani anti crisi non sono pronti per tutte le banche
L’organismo europeo di fresca istituzione incaricato di mettere a punto questi piani si chiama Single Resolution Board. Per ora solo alcuni dei progetti sono stati resi operativi.
“Abbiamo fatto molto strada, ma non siamo ancora arrivati alla meta. Non abbiamo in essere piani di soccorso per tutte le banche, ma ci stiamo arrivando”, ha fatto sapere l’esponente dell’istituto Joanne Kellermann durante una conferenza stampa.
Il numero uno della Commissione per gli Affari Economici del Parlamento Ue, Roberto Gualtieri (non a caso un italiano che evidentemente ha a cuore il problema annoso del settore bancario) ha da parte sua lanciato un appello al Single Resolution Board perché i piani di aiuto siano pronti entro la fine dell’anno per tutte le banche dell’area.
Kellermann ha fiducia nella buona riuscita dei piani che secondo lei dovrebbe essere pronti in tempo per la maggioranza delle banche dell’area euro. In caso di necessità, ha assicurato, l’SRB sarà in grado di affrontare e superare eventuali crisi future.
Fonte: Reuters