Economia

UE: inflazione in calo a settembre. Verso un nuovo taglio dei tassi di interesse?

Arrivano i dati sull’inflazione dell’Eurozona per il mese di settembre e gli analisti sono stati soddisfatti. Nel dettaglio l’indice dei prezzi al consumo è sceso all’1,8% a settembre, al di sotto dell’obiettivo del 2% fissato dalla Banca Centrale Europea, ma in linea con le aspettative degli economisti intervistati da Reuters.

Inflazione in calo nella zona euro

Il tasso di inflazione di fondo, che esclude i prezzi più volatili di energia, cibo, alcol e tabacco, si è attestato al 2,7%, mentre l’inflazione dei servizi nella zona euro è scesa al 4% a settembre, dal 4,1% di agosto. Anche se potrebbe esserci un “temporaneo rimbalzo” dell’inflazione nei prossimi mesi, è probabile che il dato principale rimanga al di sotto del 2% nel prossimo anno, ha dichiarato Franziska Palmas, economista senior per l’Europa di Capital Economics. Bert Colijn, capo economista per i Paesi Bassi di ING, ha osservato che una nuova ripresa dell’inflazione non è del tutto certa.

Sebbene ci si aspetti un rimbalzo nel quarto trimestre, ci si chiede in che misura questo possa concretizzarsi, dato che i prezzi della benzina sono scesi rapidamente grazie al calo del prezzo del petrolio”, ha dichiarato in una nota l’analista.

Quali saranno le prossime mosse della BCE?

Nella giornata di ieri il Presidente della Banca Centrale Europea Christine Lagarde ha dichiarato che i responsabili politici sono sempre più fiduciosi sul ritorno dell’inflazione all’obiettivo del 2%.

“In prospettiva, l’inflazione potrebbe temporaneamente aumentare nel quarto trimestre di quest’anno, quando i precedenti forti cali dei prezzi dell’energia si esauriranno nei tassi annuali, ma gli ultimi sviluppi rafforzano la nostra fiducia nel fatto che l’inflazione tornerà all’obiettivo in modo tempestivo”, ha dichiarato in un’audizione Lagarde.

“Ne terremo conto nella prossima riunione di politica monetaria di ottobre”, ha aggiunto la presidente. La prossima riunione della BCE è prevista per il 17 ottobre. Cosa farà la banca centrale sui tassi?

Secondo gli analisti di Capital Economics, l’inflazione complessiva che scende sotto il 2% “dovrebbe essere sufficiente a convincere la BCE a tagliare i tassi in ottobre”, anche se la lettura dell’inflazione dei servizi rimane elevata.

La crescita economica e l’inflazione che scende troppo al di sotto dell’obiettivo del 2% sono due dei punti di considerazione della BCE, ha aggiunto Colijn di ING.

“Se [la BCE] mantiene i tassi di interesse restrittivi troppo a lungo, con l’economia che sta già rallentando, rischia di spingere l’inflazione al di sotto del suo obiettivo del 2%. Con la crescita sotto pressione ora, sembra che la porta sia aperta per la BCE per muoversi più velocemente”, ha detto, osservando che un taglio non è ancora un ‘affare fatto’.

Gli economisti della Bank of America Global Research hanno modificato le loro aspettative sul percorso di riduzione dei tassi di interesse della BCE in seguito ai commenti della Lagarde, prevedendo ora un taglio dei tassi a ottobre. Precedentemente avevano previsto che la banca centrale avrebbe mantenuto i tassi fermi questo mese, ma ora hanno detto che i commenti della Lagarde “sono la stessa giustificazione che ha usato per il taglio di settembre”, il che suggerisce un “quasi chiaro ‘via libera’ per ottobre”.

Infine gli economisti della Deutsche Bank hanno alzato le loro previsioni sul prossimo taglio dei tassi della BCE da dicembre a ottobre, mentre i dati LSEG hanno mostrato che i mercati stanno ampiamente prezzando un taglio di 25 punti base nella riunione di ottobre, dopo la pubblicazione degli ultimi dati sull’inflazione della zona euro.

Olli Rehn: “Più ragioni per un nuovo taglio tassi ad ottobre”

A dare man forte all’ipotesi di un nuovo taglio dei tassi di interesse ad ottobre anche il banchiere centrale finlandese e consigliere Bce Olli Rehn secondo cui “il rallentamento dell’inflazione nella zona euro significa che ora ci sono più ragioni per giustificare un taglio dei tassi d’interesse alla riunione di ottobre della Bce”.

I recenti dati statistici hanno fornito un’ulteriore conferma del rallentamento dell’inflazione. A mio avviso, ciò significa che ora ci sono più ragioni per giustificare un taglio dei tassi alla nostra riunione di ottobre (…) Anche il recente indebolimento delle prospettive di crescita della zona euro fa propendere verso la stessa direzione… Tuttavia, come sempre, dovremmo monitorare attentamente i dati ed effettuare un’analisi completa prima di prendere decisioni”.