Utilizziamo i contanti nell’86 per cento delle transazioni. L’Italia è prima nella classifica europea sull’uso della carta moneta. E il contante è uno dei fattori che più alimentano il riciclaggio con la conseguenza che il rischio è alto in tutto il Paese. Le regioni che preferiscono spiccioli e banconote sono la Calabria, dove il suo utilizzo arriva al 94%, Abruzzo, Molise e Campania. La Lombardia è l’estremo opposto, con l’81% delle transazioni che si svolgono in contante.
Se si guarda invece alla mappa del pericolo riciclaggio, questo è maggiore nelle province del Lazio a quelle di Toscana e Romagna e nelle autonomie speciali del Nord, dove è favorito anche dalla vicinanza del confine.
I dati, che confermano rilevazioni precedenti, sono contenuti nell’analisi del Comitato per la sicurezza finanziaria (Csf) del Ministero dell’Economia, presieduto dal dg del Tesoro Alessandro Rivera. In classifica sopra l’Italia per l’uso dei contanti ci sono solo piccoli Stati come Cipro e Malta e la Grecia, mentre poco dopo di noi viene la Spagna. La media di utilizzo della carta moneta nell’Eurozona è del 79%.
Proprio per il rischio riciclaggio, le istituzioni europee hanno lanciato politiche per scoraggiare l’uso del contante, come la decisione della Bce di sospendere dal 27 gennaio scorso l’emissione delle banconote da 500 euro. Ma, come sottolinea Il Sole 24 Ore, la situazione è ben diversa in Italia ed è un tema di attualità , con la nuova proposta di condono del contante nascosto nelle cassette di sicurezza lanciata dal leader della Lega Matteo Salvini.
L’Italia è stata valutata male in tema di pagamenti in contante, al 57 ° posto su 68 paesi in tutto il mondo, anche dai residenti stranieri, in una classifica redatta da InterNations, un sito di informazione e networking per persone che vivono all’estero.