L’Unione Europea è sprofondata nella confusione più totale dopo la vittoria di Donald Trump. La Germania ha chiesto che si tenesse un incontro straordinaria per affrontare la questione e tenere una linea comune, ma Ungheria e Regno Unito, paesi governati dalla destra, hanno ignorato la convocazione. La stessa cosa ha fatto anche la Francia, il cui governo è evidentemente troppo impegnato a evitare di fare la stessa fine dei Democratici, se non peggio.
Marine Le Pen, leader anti europeista del Front National, è quasi sicura di andare al secondo turno alle prossime elezioni presidenziali francesi e a quel punto difficilmente la spunterà perché gli elettori moderati farebbero “scudo” comune. Dopo l’elezione contro pronostico di Trump, tuttavia, nulla è da escludere e la Francia deve sperare di avere un candidato presentabile per tutte le sponde politiche, come Alain Juppé, e non per esempio un Nicolas Sarkozy che è odiato dalla sinistra.
Nel fine settimana ha fatto scalpore la visita di Nigel Farage a Donald Trump: l’ex leader dell’Ukip, partito di destra anti europeista che ha promosso ed esultato per il referendum sulla Brexit, è il primo politico europeo a incontrare il neo eletto presidente degli Stati Uniti.
Il Regno Unito e la Francia non hanno presenziato all’incontro di emergenza tra paesi Ue indetto dal governo Merkel con l’obiettivo di allineare tutti gli Stati membri su un approccio comune da tenere dopo l’elezione di Trump.
Il fatto che in Europa sia il caos la si può ritenere un’altra vittoria per il vulcanico candidato Repubblicano, grande comunicatore ma privo di esperienza politica. Il suo trionfo inaspettato nel voto di martedì scorso ha messo infatti in luce le divisioni in seno all’Europa politica. I rifiuti di Londra e Parigi hanno un grande peso specifico politico e diplomatico.
I più alti rappresentati diplomatici europei avevano salutato l’elezione contro pronostico di Trump come l’occasione per “mandare un segnale su quello che l’Ue si aspetta” dal nuovo presidente. Ma il piano tedesco è morto sul nascere, dopo che i ministri degli Esteri delle due principali forze militari dell’Ue, Francia e Regno Unito, hanno deciso di non partecipare alla riunione indetta da Berlino e Bruxelles.
Nel frattempo Carl Bildt, l’ex primo ministro svedese ha reagito alla notizia dell’incontro tra Trump e Farage così: “Se l’idea di Trump era quella di apparire come uno statista agli occhi dell’Europa, ricevere Farage in Usa è stata probabilmente la cosa peggiore che potesse fare“.
Il ministro britannico degli Esteri Boris Johnson non ha voluto partecipare alla riunione, perché convinto che un incontro del genere avrebbe dato l’impressione di un’Europa nel panico. Da parte sua il ministro degli Esteri Jean-Marc Ayrault ha preferito rimanere a Parigi a incontrare il nuovo Segretario Generale dell’Onu. Il ministro degli Esteri ungherese, un paese governato dal controverso partito di destra di Viktor Orbàn, ha direttamente boicottato il meeting, etichettando come “isterica” la risposta dei leader Ue all’elezione di Trump.