La Svizzera non è un membro dell’UE, ma ha ottenuto l’accesso al mercato unico europeo firmando una serie di accordi bilaterali in base ai quali il paese ha distribuito ampie fette della sua sovranità nazionale, compreso il controllo dei confini e l’immigrazione, a Bruxelles. In totale tra Ue e Svizzera si contano più di 120 accordi bilaterali che regolano i loro rapporti.
L’UE sta ora esercitando pressioni perché la Svizzera firmi un “accordo quadro” globale che costringerebbe a Berna di cedere ancora più sovranità a Bruxelles. L’UE, ad esempio, vuole che la Svizzera si assoggetti alla giurisdizione della Corte di giustizia europea e si stabilisca la libera circolazione.
La destra nazionalista elvetica del partito UDC ha così proposto un referendum detto “Per l’autodeterminazione” che puntava a stabilire che la Costituzione svizzera avesse forza superiore rispetto ai trattati internazionali. L’iniziativa popolare – una sorta di Brexit adeguata alla situazione elvetica – promossa dal partito anti migranti è stata però un fallimento, visto che a votare per il no lo scorso fine settimana sono stati i due terzi degli elettori, il 66,2%.
Svizzera minaccia ritorsioni contro l’UE
Chiusa la parentesi referendaria, Bruxelles preme ora per siglare un nuovo accordo quadro e lo fa usando, a detta di molti commentatori, l’arte del ricatto. Il riferimento è a una lettera firmata dal vicepresidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis in cui sottolinea che le discussioni tra Berna e Bruxelles sull’accordo quadro non hanno finora compiuto progressi sufficienti per estendere il riconoscimento dell’equivalenza della regolamentazione elvetica in materia di mercati borsistici.
Bruxelles in sostanza dice che riconoscerà la Borsa di Zurigo, lo Swiss Exchange (SIX), il quarto mercato azionario in Europa, soltanto in base all’accettazione da parte delle autorità elvetiche dell’accordo quadro.
“Spetta agli svizzeri agire e prendere una decisione: il legame tra l’equivalenza e l’accordo quadro è qualcosa che l’Unione europea ha sempre mantenuto. Non c’è niente di nuovo”.
Così ha spiegato un portavoce di Bruxelles alla stampa. A sua volta il parlamento svizzero potrebbe decidere di punire l’UE, revocando il cosiddetto “miliardo di coesione”, gli aiuti per gli stati del’Europa dell’Est e del Sud, che ammontano per la precisione a 1 miliardo e 300 milioni.