L’Unione europea mette al bando i finanziamenti per i combustibili fossili, favorendo invece la green economy e la crescita intelligente.
L’Eurocamera ha dato via libera ad una grossa novità che riguarda l’utilizzo del FESR e del FC, rispettivamente del Fondo europeo di sviluppo regionale e del Fondo di coesione che per sette anni, dal 2021 al 2027 non potranno andare a finanziare investimenti legati ai combustibili inquinanti come petrolio e idrocarburi e daranno invece la precedenza all’ambiente.
La decisione che ha ottenuto 475 voti a favore, 93 contrari e 53 astenuti, riguarda tutte le regioni europee e prevede che i finanziamenti vengano assegnati in base al PIL pro capite e non al reddito nazionale lordo. Dai finanziamenti europei dovrebbero essere escluse anche le infrastrutture aeroportuali, lo smaltimento dei rifiuti e il trattamento dei rifiuti residui.
Il testo prevede anche di destinare una parte significativa delle risorse del fondo Fesr post 2020 alla “crescita intelligente” e alla green economy: le regioni particolare dovrebbero spendere dal 30 al 50% dei finanziamenti del Fesr in questa direzione e un ulteriore 30% sia destinato alla lotta contro il cambiamento climatico e a favore dell’economia circolare. Come spiega a Repubblica il relatore del testo, l’eurodeputato Pd Andrea Cozzolino (S&D, IT):
“Con questo nuovo regolamento abbiamo introdotto il principio che i cofinanziamenti ai fondi strutturali possono avvenire anche attraverso l’uso della flessibilità. Questa è una novità significativa. E per la prima con i fondi europei non si andrà in nessun modo a finanziare il fossile”.