ROMA (WSI) – Troppi gli squilibri in aspetti chiave dello scheletro economico di un paese, come lavoro, debito e competitività. L’Italia resta pertanto ancora l’osservata speciale d’Europa, a causa di una serie di criticità cui ancora non è stato posto rimedio.
È un bello schiaffo, quello della Commissione Europea, alle ambizioni di Renzi e Padoan di uscire dal pantano dell’austerity. Il paese, terza economia dell’Eurozona, viene così rimandata senza appello a febbraio.
Il premier e il ministro del Tesoro hanno appena varato una legge di Stabilità in cui credono molto e che dovrebbe vedere il graduale abbassamento di alcune tasse, in particolare però patrimoniali come quella sulla casa (Imu, Tasi).
Secondo la Commissione europea, invece, il governo dovrebbe occuparsi d’altro. Bene il tentativo di riforma del mercato del lavoro attuato con il Jobs Act, ma ci sarà un motivo se i quotidiani finanziari anglofoni continuano a prendere il nostro mercato del lavoro come cattivo esempio. Inoltre, l’economia italiana nel suo complesso continua ad avere una serie di indicatori sotto la “soglia indicativa” che Bruxelles ritiene si debba raggiungere per uscire dalla situazione di “squilibri macroeconomici eccessivi”.
Tutto questo lo si evince dal rapporto sul meccanismo di allerta per la prevenzione e correzione degli squilibri macroeconomici per il 2016, pubblicato ieri, nel quale vengono indicati anche altri 17 Stati membri non in regola.
In particolare, Bruxelles si riferisce alla perdita di quote di mercato per le esportazioni, causata dalla crisi internazionale, al debito pubblico ancora troppo elevato ed alla disoccupazione, soprattutto quella giovanile e di lungo termine, che ancora non reagiscono positivamente alla riforma introdotta con il Job Act.
L’Italia deve, quindi, continuare nel suo percorso di crescita ed implementare le riforme, mentre la Commissione continuerà a monitorare. Il commissario per gli Affari economici, Pierre Moscovici, nel corso della conferenza stampa ha dichiarato che l’esecutivo comunitario si è dato tempo per prendere una decisione sulla Legge di stabilità italiana.
Riteniamo – ha spiegato il francese – “possa essere a rischio di conformità con il patto di stabilità e crescita, nonostante le riforme ambiziose, che accogliamo con favore”. “Ci siamo dati appuntamento a febbraio per effettuare un’altra analisi e vedere se l’Italia possa beneficiare della flessibilità e in che misura”.