Prospettive nere sulla crescita e la solidità dell’economia britannica dopo le elezioni dello scorso 8 giugno. Le agenzie di rating minacciano di abbassare le loro valutazioni sul Regno Unito. Moody’s ha pubblicato un rapporto dal titolo molto chiaro “Il risultato delle elezioni aumenta l’incertezza sui negoziati per la Brexit, sui rischi fiscali e su un credito negativo”.
Che le trattative per la Brexit diventino ora più complesse era uno scenario prospettato da molti già poche ore dopo aver capito il risultato uscito dalle urne, con la maggioranza traballante (e non assoluta) del partito conservatore della premier Theresa May.
Il primo timore è che l’inizio dei negoziati, previsto per il 19 giugno, possa essere ritardato e che il dialogo all’inizio possa concentrarsi su questioni secondarie, in attesa che i conservatori concordino i termini dell’intesa con gli unionisti nord irlandesi per formare il governo. Moody’s è preoccupata anche che il debito britannico possa continuare a crescere, mentre il governo combatte contro un’economia rallentata e un’opinione pubblica in vasta parte contraria all’austerità (soprattutto gli elettori del partito laburista).
E questo potrebbe portare a una diminuzione del rating, attualmente al livello Aa1. Ma se May ora si allontanasse dall’idea di una hard Brexit, come da gli analisti di Moody’s sospettano, il rating ne risentirebbe in positivo.
Qualche giorno fa anche S&P’s ha minacciato di tagliare ancora il rating del Regno Unito. Quello prospettato sarebbe un nuovo downgrade, dopo quello già operato a giugno 2016 dopo il referendum per la Brexit. L’agenzia ha evidenziato che l’instabilità politica potrebbe compromettere la crescita economica del Paese, perché indebolirebbe l’ambiente imprenditoriale e la fiducia dei consumatori.
Intanto, in mattinata la sterlina ha ceduto quota nei confronti del dollaro, bucando al ribasso l’area di 1,27 dollari. Tra le Borse Londra cede lo 0,27%, a 7.507 punti. Le prospettive che a intavolare colloqui sulla Brexit sia un governo senza una maggioranza stabile non sono piaciute ai rialzisti.