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Uk, il futuro della Brexit e dell’Ue dopo le elezioni

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Le trattative fra Regno Unito e Unione europea sulla Brexit dovrebbero iniziare il prossimo 19 giugno. Ma dopo il risultato incerto e per molti inaspettato delle elezioni dell’8 giugno, ci si aspettano ritardi nell’avvio e cambiamenti per la posizione negoziale del Regno Unito. Di certo quando si commenta il voto e si cerca di prevedere il futuro della politica britannica, non si può non considerare il fattore Brexit.

Anche la data per l’addio definitivo all’Unione europea, ora prevista per marzo 2019, potrebbe scattare in avanti. Sarà una hard o una soft Brexit? Secondo Bloomberg gli scenari possibili sono quattro:

La linea dura sulla Brexit avanza

Theresa May aveva indetto queste elezioni anche con l’intento di rafforzare la sua posizione nel partito conservatore, dove alcuni esponenti le contestavano di aver votato in precedenza contro la Brexit. Obiettivo mancato, ora la parte dei Tories più determinata per la Brexit potrebbe prendere potere e traghettare le trattative verso una hard Brexit.

L’ascesa dei Remainers

Con una maggioranza così stretta, i conservatori potrebbero essere costretti a rivedere la loro strategia sulla Brexit e ad ammorbidirla, puntando a mantenere i vantaggi dello scambio commerciale con l’Unione europea e attenuando la rigidità sulla questione immigrazione. Questo potrebbe richiedere un primo ministro diverso: i candidati potrebbero essere Amber Rudd o Boris Johnson. Una soft Brexit richiederebbe anche una trattativa più lunga.

Il Labour guida la trattativa

Governa il partito laburista, in minoranza o in coalizione, e spetta a lui gestire i negoziati sulla Brexit. Anche in questo caso, l’approccio con l’Ue sarebbe più conciliatorio e si avrebbe una soft Brexit.

Non cambia nulla

Theresa May rimane al governo e prosegue dritta per la sua strada. Con la maggioranza risicata al Parlamento, per lei sarà tutto più difficile. Anche le pressioni dell’Unione europea per negoziare un accordo migliore per il continente sarebbero maggiori su una May così debole.

Brexit rimessa in gioco

Da parte sua un analista di Fidelity International si spinge fino ad affermare che potrebbe essere messo in discussione il risultato del referendum sulla Brexit: con un parlamento privo di maggioranza, si prospettano due fenomeni particolarmente degni di nota, secondo Matthew Jennings, Investment Director Azionario de gruppo. “Il primo è che la diffusa convinzione secondo cui i mercati detestano l’incertezza potrebbe scatenare una fase di volatilità valutaria e del mercato”.

Il secondo è proprio “il fatto che poiché sia il Partito Nazionale Scozzese che il Partito Liberal Democratico si potrebbero trovare a giocare un ruolo fondamentale in una coalizione, vi è la possibilità di un secondo referendum sulla Brexit“. Anche se in generale un certo livello di volatilità di breve periodo è inevitabile, è a nostro avviso probabile che il mercato assuma un atteggiamento complessivamente attendista per vedere che tipo di governo emergerà dal neoeletto parlamento”.