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Un governo immobiliare: i ministri PDL possiedono 643 proprietà (la maggior parte comprate da poco)

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(WSI) – I ministri del governo di Silvio Berlusconi sono diventati tutti perfetti casalinghi. Possono lavorare al ministero, andare in giro per convegni o anche restare a casa. In una delle loro tante case: ne hanno 126, in media fra 5 e 6 ciascuno. Certo, nessuno di loro batte il capo del governo che ha una decine di ville di rappresentanza e molti più appartamenti disseminati in giro per il mondo.

Ma anche senza avere i milioni o i miliardi che escono dalle tasche, ministri, viceministri e sottosegretari hanno certamente un buon fiuto immobiliare. Tutti insieme – secondo i dati di Sister-Agenzia del Territorio, posseggono la bellezza di 348 fabbricati (126 ministri e viceministri e 222 i sottosegretari), a cui si aggiungono 295 appezzamenti di terreno (154 i ministri e 141 i sottosegretari).

Fanno in tutto 643 proprietà immobiliari, e anche se in quel numero ci sono pure rustici, box auto indipendenti e soffitte magari da ristrutturare, fa sempre una bella impressione: se non una città, riunendole tutte insieme si fa un bel paese solo per il governo. La passione per il mattone sembra per altro coincidere proprio con l’attività politica e l’ingresso nell’esecutivo.

Quasi tutti hanno acquistato casa a Roma, anche se ne avevano già nella città natale e magari in campagna, al mare o in montagna. Qualcuno l’affarone l’ha fatto proprio durante l’ultimo governo. Quello più prezioso l’ha portato a casa (proprio così), il viceministro del Commercio Estero, il finiano Adolfo Urso. Più che una casa, un complesso immobiliare centralissimo vicino al Palazzaccio, dove ha sede la Corte di Cassazione.

Urso ha acquistato dal gruppo Refin casa (9,5 vani), cantina, locali annessi e un preziosissimo box auto a fine maggio del 2009. Top secret il prezzo, ma qualcosa dice il supermutuo ipotecario che lo stesso giorno il viceministro ha stipulato con Intesa-San Paolo ex Banco di Napoli.

L’importo è il più alto che sia mai stato concesso a un membro del Parlamento: 1,6 milioni di euro spalmabile in 30 anni (anche per alleggerire rate che comunque valgono assai più dell’indennità parlamentare) a un tasso di interesse annuo del 5,5%. Con quel mutuo non restano grandi risorse per altri acquisti, così il proprietario dell’immobile si deve essere intenerito e qualche giorno fa, con atto depositato il 6 maggio 2010, ha ceduto ad Urso gratuitamente i diritti reali sul lastrico solare dell’immobile.

Tanta generosità non hanno trovato invece i suoi colleghi di governo che in questo biennio hanno deciso all’unisono di prendere casa (o una nuova casa). Mara Carfagna a Roma abitava già dal 2001, ma sulla Cortina di Ampezzo che è un po’ lontana dalla sede ministeriale. Una casetta: 2,5 vani comprata con un mutuo Bnl da 77.648 euro. Ma erano i primi tempi nella capitale e qualche sacrificio bisognava pure fare.

Diventata ministro, la Carfagna ha iniziato a cercare una casa più di rappresentanza e anche più vicina al lavoro. L’ha trovata proprio a quattro passi, all’inizio del 2009. Prima ha venduto la sua vecchia casetta a una società medica di Napoli, la Nice srl di Valeria De Magistris. Poi ha acquistato da una signora venezuelana la nuova casa centralissima: quinto piano, grande vista e 7,5 vani. Prezzo? L’ha rivelato la stessa Carfagna: 930 mila euro. Affare immobiliare poco dopo l’insediamento anche per Gianfranco Rotondi, uno che a proprietà immobiliari non scherza (ha case ad Avellino, Firenze, Roma e Teramo). Era da poco al governo, e la transazione si è conclusa ad inizio agosto del 2008, proprio nella sua Avellino. Bella casa, su due piani e un’autorimessa da 50 metri quadrati.

L’ha venduta a Rotondi la Edil Av srl per 550 mila euro. Il ministro ha però chiesto e ottenuto dal Banco di Napoli un mutuo da 440 mila euro da restituire in 30 anni al tasso di interesse annuo del 5,67 per cento. Anche Renato Brunetta, rapido come al solito, non si è fatto sfuggire qualche buon affare nei pochi momenti lasciati liberi dalla continua caccia ai fannulloni.

Lui lavora come un matto, ma a dare un’occhiata al patrimonio è fra i più casalinghi dell’esecutivo: ha infatti case nel perugino (Monte castello di Vibio), a Roma, Venezia, Ravello e nelle Cinque terre. Proprio qui, a Riomaggiore, Brunetta ha realizzato il suo ultimo affare.

Sarà per i suoi pressanti impegni, ma l’atto porta la data del 24 dicembre 2009. Ha acquistato sia il terreno che un fabbricato in corso di ristrutturazione da cui godersi uno dei panorami costieri più straordinari di Italia (fa concorrenza alla sua altra casa di Ravello). Nessuna indicazione di prezzo, ma non depone a favore di Brunetta il cognome del venditore: si chiamava Stefano Pecunia.

Fra i ministri che hanno comprato casa da quando sono al governo un posticino l’ha conquistato anche Giorgia Meloni, che nel gennaio 2009 ha conquistato il suo piccolo rifugio all’Ardeatino per 370 mila euro e grazie a un mutuo Banco di Napoli da 151.572 euro, durata quinquennale e tasso del 3,63%.

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