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Un manichino insanguinato del premier abbandonato in Galleria

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Un manichino insanguinato, con le fattezze del premier Silvio Berlusconi e un taglierino in mano. Lo hanno trovato alle 18.28 i vigili urbani. Era disteso in terra in galleria Vittorio Emanuele, di fronte alla libreria Rizzoli. Oltre alle macchie di liquido rosso, a simulare il sangue, una bandiera tricolore e un volantino firmato da una fantomatica ‘Brigata artistica’ intitolato ‘Artentato’. I vigili hanno avvisato la Digos e il magistrato di turno. L’ipotesi di reato sarebbe vilipendio alle istituzioni.

Il volantino conterrebbe accuse al premier, con riferimento alla crisi economica: “Ci stai dissanguando”, “L’Italia non ce la fa più”, “La colpa della crisi è tua”. Fra le possibili piste per individuare i responsabili, quella che porta all’ala più radicale del movimento degli indignati, contigua ai centri sociali, anche se la modalità pseudo-artistica complica il quadro. Quella firma, “Artentato”, richiama poi a un video prodotto dalla giunta Moratti per “contrastare i writers”, caricato sul web. La polizia ha acquisito le registrazioni delle telecamere dei negozi in Galleria e valuta una connessione con il presidio di fronte a Palazzo Marino dei comitati “anti-sfratto” che al momento del blitz si era da poco concluso.

Arrivati sul posto, i vigili hanno coperto il manichino per placare la curiosità dei passanti, che a decine lo avevano fotografato e filmato, e hanno sentito i dipendenti della libreria Rizzoli. Chi ha visto tutto è il cameriere del
vicino bar il Salotto, che racconta: “Erano in quattro, incappucciati, una sembrava una ragazza. Hanno lasciato il manichino per terra e lo hanno cosparso di liquido rosso”. Estratto il fantoccio da un sacco di plastica nera, e posatolo in terra, vi hanno costruito intorno un recinto con nastri bianchi e rossi da cantiere.

Prima dell’intervento dei vigili, la macabra installazione è rimasta visibile per almeno mezz’ora. Una signora, presente fin dall’inizio alla scena, si dice “colpita e spaventata” e racconta: “Sembrava un uomo vero”. Ora il fantoccio, costruito con cartone e polistirolo, si trova in piazza Beccaria al comando della polizia locale. Al termine delle indagini il pupazzo andrà distrutto.

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