Una conferenza per “svalutare debito Eurozona”. Dall’Irlanda un sostegno a Tsipras
ROMA (WSI) – Europa a un punto di non ritorno? La vittoria del partito anti-austerity Syriza, nelle elezioni in Grecia, alimenta diversi interrogativi.
Per molti il dado è tratto, la sentenza emanata dalle urne dei greci sarebbe solo il primo capitolo di una lunga serie di ribellioni dei cittadini europei.
Saldamente convinta delle sue idee è la cancelliera tedesca Angela Merkel che, almeno a parole, non è affatto preoccupata del pericolo contagio.
Eppure qualcosa si sta muovendo, e anche in fretta. Mike “Mish” Shedlock, consulente investimenti presso SitkaPacific Capital Management e autore del blog MISH’S Global Economic Trend Analysis, fa notare che la ribellione contro i dettami di Bruxelles sta prendendo sempre più forma. Syriza sta diventando fonte di ispirazione per tutti.
Dublino, per esempio, potrebbe anche voltare le spalle a Merkel e decidere di sostenere la ristrutturazione del debito pianificata da Tsipras.
“Why Ireland should support Greek plan to write down euro-zone public debt”, titola un articolo pubblicato sull’Irish Times e firmato dalla penna di Denis Staunton.
“Contrariamente a quanto si dice in molti casi, Syriza non sta minacciando un default unilaterale, ma desidera che il peso del debito della Grecia venga considerato all’interno di una più ampia ristrutturazione del debito sovrano in Eurozona. Il suo leader, Alexis Tsipras, chiede una “European Debt Conference”, basata sulla Conferenza di Londra del 1953, che svalutò la metà del debito della Germania del dopo guerra, ed estese il periodo di ripagamento del debito restante per decenni”.
Ancora: “Così come ha ammesso lo stesso Hans-Werner Sinn, tra i principali economisti della Germania e vice direttore dell’Ifo Institute for Economic Research, la conferenza del 1953 fu, insieme al Piano Marshall, un fattore chiave nel garantire alla Germania il miracolo economico post bellico”.
La famosa conferenza, che si svolse precisamente dal 28 febbraio al 28 agosto del 1952, stabilì infatti la svalutazione del debito tedesco l’anno successivo, grazie a un accordo tra 20 nazioni creditrici (incluse Grecia, Portogallo e Irlanda).
“L’accordo finale svalutò più della metà dei debiti della Germania, estese il tempo dei rimborsi relativi al debito rimanente per 30 anni e stabilì che, dal 1953 al 1958, la Germania avrebbe dovuto pagare solo gli interessi”.
Ora, è vero che la situazione oggi è diversa da quella di decenni fa, ma Staunton fa notare che “la proposta di Syrizia di gestire il problema dei debiti complessivi dell’Europa in modo multilaterale riconosce che il debito sovrano dell’Eurozona non può essere più considerato semplicemente come un problema nazionale”.
Il giornalista ricorda il documento pubblicato lo scorso novembre dal capo economista di Syriza, John Milios, secondo il quale una nuova eventuale conferenza
dovrebbe svalutare tutto il debito pubblico dell’Eurozona di più del 50% del Pil, dunque di più di 4.000 miliardi di euro”. Con questo piano, la Bce acquisterebbe tutto il debito al di sopra della soglia del 50% e lo convertirebbe in bond a interessi zero, che sarebbero ripagati dai governi creditori nell’arco di diversi decenni”.
Se la proposta divenisse effettiva, “si svaluterebbero 228 miliardi dei 319 miliardi dei debiti della Grecia, mentre i 203 miliardi di debiti dell’Irlanda verrebbero tagliati di 121 miliardi di euro”. Per questo, secondo Denis Staunton, “l’Irlanda dovrebbe sostenere l’idea di una Conferenza europea sul debito sul modello della Conferenza di Londra del 1953, per salvare se stessa e l’Eurozona”.
E in tutto questo, anche El Confidential si riferisce all’Irish Times scrivendo “Ireland stands out: supports a conference to restructure debt and includes Spain”.