L’accoppiata di azionisti di GAM composta da NewGAMe SA e Bruellan ha preso atto dell’offerta di acquisto del gestore patrimoniale svizzero da parte di Liontrust Asset Management e potrebbe essere pronta a bloccare l’accordo in quanto l’offerta dell’asset manager londinese “sottovaluta GAM e non riflette il significativo rialzo che si otterrà quando la società riuscirà a uscire definitivamente dalle difficoltà iniziate nel 2019 grazie al ripristino della reputazione e, di conseguenza, a invertire positivamente l’attuale trend di penalizzazione“.
NewGAMe, società controllata da Rock Investment di proprietà di NJJ Holding, la holding personale di Xavier Niel (patron di Iliad), e Bruellan, gruppo ginevrino di gestione patrimoniale, starebbero valutando l’utilizzo della loro quota di circa l’8,3% in GAM per stoppare l’acquisizione.
Gli altri motivi per cui NewGAMe SA e Bruellan stanno valutando un ricorso legale contro l’acquisizione di GAM
Anche il fatto che Liontrust offra solo le proprie azioni e non liquidità non convince i due azionisti rilevanti, che si troverebbero costretti a subire la volatilità delle azioni Liontrust senza alcun prezzo fisso per un asset che ha un valore intrinseco significativo.
L’operazione proposta, inoltre, è subordinata alla vendita da parte di GAM delle attività di gestione dei fondi in Lussemburgo e Svizzera. La coppia di investitori ha dichiarato che ciò crea “notevoli rischi di esecuzione”, con il rischio trasferito agli azionisti di GAM nel caso in cui la cessione di questa divisione non dovesse andare a buon fine.
Infine, NewGAMe SA e Bruellan nutrono forti dubbi sulla decisione presa dalla Commissione svizzera e pubblicata ieri, che consentirebbe appunto a Liontrust di:
- subordinare la propria offerta al ritiro di GAM dai servizi di gestione dei fondi;
- esentarsi dal rispetto della regola del miglior prezzo;
- derogare l’obbligo di offrire un’alternativa in contanti agli azionisti di GAM.
Questo trattamento speciale da parte delle autorità di regolamentazione svizzere, unito al fatto che “non è stata fornita quasi nessuna informazione” su come avverrà la cessione della divisione investimenti, è stata la ciliegina sulla torta che ha portato i due azionisti a interrogarsi se sia il caso di intraprendere un ricorso legale nel caso in cui l’offerta andasse in porto senza che le condizioni attuali siano riviste. E a valutare se sussistano gli estremi per eventualmente procedere.