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Una donna alla Fed? La “spalla” di Bernanke in pole

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ROMA (WSI) – Il mandato del presidente della Banca centrale americana scade nel gennaio 2014. Ma a Wall Street è già scattato il toto nomi su chi sarà il successore di Ben Bernanke, anche se alcuni osservatori non escludono che l’attuale presidente della Federal Reserve possa restare per altri quattro anni.

Nei mesi scorsi, durante la campagna elettorale, l’attuale presidente della Fed aveva escluso un suo terzo mandato, ma gli analisti ritengono che la possibilità che resti non vada sottovalutata. Bernanke, infatti, è l’uomo anti-crisi per eccellenza: in carica dal 2006, quando lo nominò George W. Bush, è stato rinnovato dal presidente Obama nel 2010, per dare continuità quando gli Stati Uniti erano nel pieno della crisi.

Una crisi che ora ha mollato la presa, ma continua a far sentire i suoi effetti, in particolare sul mercato del lavoro. Sotto la guida di Bernanke la Banca centrale americana ha messo in atto misure straordinarie, che gli hanno fatto guadagnare il titolo di uomo anti Grande Depressione.

E proprio queste misure andranno ritirate e il mercato crede in Bernanke e nelle sue capacità. Ma secondo gli osservatori se invece arriverà un cambio alla guida della Fed potrebbero essere gli ex segretari al Tesoro Timothy Geithner e Larry Summers, molto quotata soprattutto una insider alla Fed, come Janet Yellen, attuale “vice” di Ben Bernanke.

Proprio sul nome di Yellen l’opinione pubblica si sta scaldando. Lei che è attualmente il vice presidente della Federal Reserve è, infatti, ritenuta da molti la candidata migliore in campo. Forte della sua esperienza come presidente della Federal Reserve di San Francisco ha, infatti, ottime credenziali per prendere il posto di Bernanke l’anno prossimo senza creare traumi alla politica monetaria degli Stati Uniti basata sul QE (quantitative easing) infinito. Professoressa di economia all’Università di Berkeley, ha fatto parte del gruppo di consiglieri economici del presidente Bill Clinton.

Janet Yellen sarebbe la prima donna alla guida della Banca Centrale degli Stati Uniti. Secondo tutti gli osservatori, Yellen non cambierebbe la politica monetaria di stimolo seguita da Ben Bernanke dall’autunno 2008, tramite enormi iniezioni di liquidita’ e tassi d’interesse ai minimi storici, per ridare fiato all’economia americana.

Da notare che il marito di Janet Yellen e’ George Arthur Akerlof, un economista e accademico statunitense, professore di economia all’Università di Berkeley. Ha vinto il Premio Nobel per l’economia nel 2001 (insieme a Michael Spence e Joseph E. Stiglitz).

Nel 2005 Akerlof è stato il secondo firmatario di un appello sottoscritto da oltre 500 economisti americani, che denunciava gli enormi costi (7,7 miliardi di dollari all’anno) del proibizionismo sulla marijuana.

Probabilmente il lavoro di Akerlof che più lo ha reso famoso è il suo articolo The Market for Lemons: Quality Uncertainty and the Market Mechanism (Il mercato dei limoni: incertezza sulla qualità e i meccanismi di mercato), pubblicato nel 1970 sulle pagine del Quarterly Journal of Economics, nel quale sottolineava i gravi problemi che possono inficiare il buon funzionamento del mercato a causa delle asimmetrie informative. È grazie a questo articolo che ha ottenuto il premio Nobel nel 2001.

In Efficiency Wage Models of the Labor Market, Akerlof e la coautrice, appunto la moglie Janet Yellen, delineano i fondamenti logici per le ipotesi di salari efficienti, ovvero quei casi in cui i datori di lavoro sono disponibili a pagare un salario superiore al salario di equilibrio, in contrasto con le conclusioni dell’economia neoclassica.