La Borsa di Milano, nella settimana appena trascorsa, non ha fatto certo gli straordinari, anzi.
Prima la festività di Pasquetta e l’apertura del 25 Aprile ma con le banche chiuse, poi la seduta di mercoledì con un ritardo nell’apertura di 6 ore.
Tutti motivi che hanno condizionato soprattutto i volumi che non hanno superato giornalmente i 4.000 miliardi di lire di controvalore.
E così il Mibtel ha chiuso una settimana di incertezze con un guadagno complessivo dell’1,83%.
I temi che hanno influenzato il mercato sono stati quelli dei tassi; ma non tanto quelli europei – (il rialzo deciso dalla Bce dello 0,25%, non ha infatti influenzato gli scambi) – quanto il timore di una decisione della Fed che peraltro deciderà il 16 Maggio.
Mentre l’incertezza iniziale del nuovo Governo Amato non sembra aver preoccupato gli investitori e forse la fiducia ottenuta ieri sera potrà invece servire per la prossima settimana.
Altro tema, ormai consueto, gli indici di Wall Street: Dow Jones e Nasdaq. Se i tecnologici americani tirano anche quelli italiani si mettono al passo trascurando considerazioni e valutazioni societari.
Fa trend la new economy. Anche se alcuni economisti sostengono che non può esistere senza la old economy visto che le imprese iper-tecnologiche hanno alti costi e sono ormai finanziate da quelle considerate “vecchie”.
Un peso lo hanno però anche avuto i dati a volte positivi dei primi bilanci trimestrali delle società quotate, la debolezza dell’euro e i dati del Pil e del costo del lavoro americano.
Ma vediamo nel dettaglio come si sono comportati alcuni singoli titoli nella settimana.
Il rialzo del Nasdaq ha spinto il settore tecnologico, telefonico e dei media.
Olivetti ha chiuso la settimana a 3,616 euro, con un rialzo del 4,15%.
Telecom a 15,187 euro con un +2,73%.
E Tim ha rialzato la testa proprio nel finale con un +0,51% settimanale a 10,451 euro.
Mentre Tecnost è in progresso dello 0,70%.
Le migliori performance settimanali spettano però, nel paniere del Mib30, a Edison con un +8,57% a 10,417 euro per l’annuncio dell’ingresso nelle telecomunicazioni.
E alle Unicredit con un +8,42% a 4,495 euro.
Anche il settore Internet ha ripreso vigore soprattutto per e-Biscom (accordo con Bipielle) e per Freedomland dopo un esordio assai deludente.
Hanno recuperato anche Cdb Web Tech e Tiscali dopo il frazionamento.
Anche Enel, futura protagonista della gara per la telefonia Umts, ha chiuso la settimana cortissima con un +5,38% a 4,643 euro.
Anche i bancari si sono rimessi in mostra.
Banca Fideuram, forte dei dati positivi della raccolta dei fondi, ha chiuso a +7,90% a 16,403 euro.
BNL a 3,34% a 3,594 euro. Mediobanca a +2,96% a 9,15 euro. Mediolanum, grazie ai progetti on line, ha chiuso il complesso delle sedute a +7,65%, 18,251 euro.
Anche San Paolo Imi a +5,25%, 15,647 euro.
Bene anche Finmeccancia che ha guadagnato in settimana il 4,30% chiudendo l’ottava a 1,724.
Colpi d’ala anche per Eni a +3,03%, 5,445 euro.
Piatti invece gli assicurativi e Seat PG a +0,06%.
Fiat ha invece perso il 3,15% chiudendo a 27,06 euro.
Il titolo Alitalia che aveva ieri guadagnato il 2,57%, a 2,195 euro, ha poi perso il 4% al Tlx dopo la notizia della rottura degli accordi con KLM.
E sarà anche da vedere cosa farà martedì prossimo il titolo della Benetton per una frattura molto meno importante, ma di effetto, quella tra la famiglia Benetton e il fotografo pubblicitario Oliviero Toscani.
Sempre su base settimanale le migliori performance in assoluto sono state registrate dai seguenti titoli:
Savino del Bene +21,85%.
Brembo +16,64%.
Compart r nc +14,88%.
Snai +12,94%.
Ericsson +12,34%.
Le peggiori:
Sirti s -9,05%.
Brioschi -6,15%.
Ratti -3,32%.
Tim rnc -3,28%.
Aedes rnc s -2,86%.