Per compensare una fonte che, nel 2012, aveva fatto scattare le indagini sulla manipolazione del tasso Libor la Commodity Futures Trading Commission, l’autorità di vigilanza Usa su future e opzioni, ha staccato un assegno da quasi 200 milioni di dollari. Ad incassarlo è stata una gola profonda di Deutsche Bank, che è diventata così la fonte riservata più pagata di sempre negli Stati Uniti. L’identità del soggetto è rimasta coperta, così come il caso specifico oggetto di sanzione da parte della Cftc.
Secondo alcune fonti che hanno parlato al Financial Times in condizioni di anonimato il premio versato al whistleblower è legato a un accordo nell’ambito del quale Deutsche Bank ha pagato 2,5 miliardi di dollari. Una transazione avvenuta al termine “di un’indagine normativa sulla manipolazione del tasso Libor, il saggio di interesse di riferimento alla base della finanza globale che è stato truccato dai banchieri un decennio fa e che inizierà a svanire il prossimo anno”. Il Libor rientra nella categoria dei tassi interbancari, che esprimono l’interesse con il quale le banche prestano denaro fra di loro.
La fonte in questione, ha dichiarato lo studio legale Kirby McInerney che ne ha assistito gli interessi, “ha fornito ampie informazioni, documenti e dettagli commerciali nel 2012” che hanno permesso di far partire le indagini della Cftc sulla “manipolazione dei benchmark finanziari cruciali utilizzati dalle banche globali”.
Il pagamento dei whistleblower è stato istituito da un programma contenuto nel Dodd-Frank Act e dal 2014 ha elargito un totale di 300 milioni di dollari. Anche per questo l’ultimo compenso da 200 milioni ha fatto una certa impressione, non avendo precedenti di analoga entità. La legge prescrive che alle fonti riservate possa andare tra il 10 e il 30% delle penali versate dalle società indagate. In questo caso, però, la cifra sarebbe salita notevolmente grazie al conteggio delle sanzioni incassate anche da autorità di vigilanza straniere.