Dopo mesi di indiscrezioni e di contatti informali, iniziano le trattative ufficiali tra Unicredit e Mps. Premessa di un’acquisizione-salvataggio che resta da tutta da discutere.
La svolta è arrivata ieri quando la banca milanese e il ministero dell’Economia e delle Finanze, nella sua qualità di azionista di maggioranza di MPS, hanno comunicato di aver “approvato i presupposti per una potenziale operazione avente ad oggetto le attività commerciali della banca senese, attraverso la definizione di un perimetro selezionato e di adeguate misure di mitigazione del rischio”.
A tal fine, avvieranno interlocuzioni in esclusiva per verificare la fattibilità dell’operazione.
Le condizioni di Unicredit per Mps
Tra i principali presupposti concordati con il Mef per verificare la fattibilità dell’operazione a livello patrimoniale ed economico c’è la neutralità della stessa rispetto alla posizione di capitale del Gruppo su base pro forma, un accrescimento significativo dell’utile per azione dopo aver considerato le possibili sinergie nette dell’operazione ed in ogni caso il mantenimento dei livelli attuali di utile per azione anche prima di tener conto delle possibili sinergie al 2023..
Gli altri presupposti riguardano i contenziosi, i crediti deteriorati e il personale.
In particolare Unicredit chiede:
“l’esclusione di contenziosi straordinari non attinenti all’attività di ordinaria gestione bancaria e di tutti i relativi rischi legali, attuali o potenziali”, “l’esclusione dei crediti deteriorati e l’adeguata copertura di eventuali ulteriori rischi di credito che siano identificati anche a seguito della due diligence attraverso modalità da definire”.
Inoltre tra i presupposti cè un “accordo sulla gestione del personale in funzione del compendio inerente all’esercizio delle attivita’ commerciali, al fine di assicurare un’integrazione agevole, rapida ed efficace del business nel gruppo”.
L’operazione allo studio – continua la nota – “sarà subordinata al positivo esito della verifica della sussistenza dei presupposti essenziali dell’operazione, della due diligence legale, patrimoniale, fiscale, contabile e industriale, e delle interlocuzioni con il Mef e Mps finalizzate ad addivenire a una piu’ puntuale definizione della struttura, dei termini e del perimetro dell’operazione, nonche’ alla successiva definizione dei relativi accordi vincolanti”.
Governo azionista di Unicredit?
“E’ presto per dire ora se il Governo sarà azionista di Unicredit”. Lo ha affermato l’amministratore delegato di Unicredit Andrea Orcel spiegando che “dipenderà da quale sarà la struttura dell’oeprazione”. “Abbiamo un obiettivo in mente e puntiamo a concludere la trattativa il più presto possibile“, ha sottolineato aggiungendo che “il perimetro che possiamo acquisire lo si saprà in settembre. Al momento la neutralità sul capitale è un principio, prima dobbiamo andare alla due diligence e stabilire il perimetro da acquisire”.
Mps: che cosa porta in dote
Mps ha circa 3,9 milioni di clienti, 80 miliardi di euro di crediti alla clientela, 87 miliardi di euro di depositi della clientela, 62 miliardi di euro di masse in gestione e 42 miliardi di masse in amministrazione.
L’operazione permetterebbe a UniCredit di rafforzare il posizionamento competitivo in Italia e in particolare nel Centro-Nord, dove si trova il 77% degli sportelli di Mps, contribuendo fra l’altro a una crescita della quota di mercato in Toscana di 17 punti percentuali, in Lombardia e in Emilia Romagna di quattro punti percentuali e in Veneto di otto punti percentuali.
I conti di Unicredit
Oggi, intanto, Unicredit ha comunicato i dati del secondo trimestre 2021, periodo chiuso con utili a 1,034 miliardi, dagli 887 milioni del trimestre precedente. Il risultato, spiega una nota, è in crescita del 16,5% su base trimestrale.
Nel periodo l’utile netto sottostante ha raggiunto gli 1,1 miliardi, in rialzo del 24,7 per cento trimestre su trimestre, e 2 miliardi nel primo semestre, equivalente a un RoTE sottostante del 7,7 per cento nel primo semestre.
I ricavi del trimestre sono pari a 4,4 miliardi, in rialzo del 5,5% su base annua. Il margine di interesse si attesta a 2,2 miliardi.
Complessivamente, il primo semestre è stato archiviato con un utile di 1,921 miliardi di euro (sottostante a 1.985 milioni di euro) a fronte di un perdita di 2,28 miliardi.
“UniCredit ha fondamenti robusti che poggiano sulla sua impronta geografica unica, sulla forza della rete distributiva e sulla solidità del bilancio. Questi elementi – sottolinea il ceo, Andrea Orcel – costituiscono una base eccellente per migliorare i risultati e creare valore di lungo termine per tutti i nostri azionisti”. Il manager evidenzia inoltre che nell’istituto “c’è un enorme potenziale da valorizzare e guardo con entusiasmo alle opportunità che ci riserva il futuro”.
Semplificazione, centralità del cliente e digitalizzazione sono i princìpi guida a supporto del nuovo piano strategico di Unicredit che sarà comunicato all’Investor Day previsto nel quarto trimestre 2021.