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Unicredit: balzo degli utili nel 2Q e upgrade delle stime 2023, sale remunerazione azionisti

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Entra nel vivo la stagione di trimestrali di Piazza Affari con i conti delle big del Ftse Mib. Riflettori puntati quest’oggi su Unicredit, che ha archiviato il secondo trimestre e i primi sei mesi dell’anno con risultati “eccellenti”, migliorando la guidance sugli utili per il full year e incrementando la remunerazione degli azionisti. Ecco tutti i dettagli sulla trimestrale e le previsioni aggiornate.

Conti sopra le attese nel 2Q, Utile netto a 2,31 mld

La banca guidata da Andrea Orcel ha messo a segno il miglior primo semestre di sempre, oltre al decimo trimestre consecutivo di crescita della redditività. L’utile netto del periodo aprile-giugno è pari a 2,31 miliardi, in aumento del 15% e ben al di sopra degli 1,91 miliardi delle stime, mentre nei sei mesi si è attestato a 4,4 miliardi, in aumento del 91,5%.

Nel secondo trimestre i ricavi sono cresciuti del 25% a 5,97 miliardi di euro, trainati dall’aumento dei proventi in un contesto di tassi più elevati, dalla buona gestione del pass-through dei depositi e dall’attività di negoziazione, che hanno più che compensato un calo dell’1% delle commissioni. Il dato ha superato le stime degli analisti, pari a 5,62 miliardi secondo i dati di Bloomberg.

Le entrate hanno battuto le aspettative in Italia (2,76 vs 2,63 miliardi), Germania (1,39 vs 1,25 miliardi) e nell’Europa centrale (1,07 miliardi vs 928,5 milioni). Il giro d’affari nell’Europa orientale si attesta a 624 milioni di euro. Sopra le attese il margine di interesse, complessivamente pari a 3,5 miliardi (+41%) contro i 3,36 previsti dagli esperti (di cui 1,58 miliardi in Italia rispetto a 1,49 attesi).

Il Cost to Income Ratio, un indicatore della redditività che indica risultati migliori in presenza di valori più contenuti, si attesta al 39%, meglio del 42,5% previsto. I costi operativi sono diminuiti dell’1,1% a 2,33 miliardi (consensus 2,36 miliardi).

Dal punto di vista patrimoniale, il Common equity Tier 1 ratio si conferma tra i più solidi del settore, con un valore pari al 16,6%, a fronte del 16,3% atteso dagli analisti.

Unicredit alza la guidance sugli utili e la remunerazione degli azionisti

Unicredit ha aumentato ancora le stime sugli utili del 2023, almeno pari a 7,25 miliardi secondo la nuova proiezione, rispetto alla guidance di almeno 6,5 miliardi rilasciata a inizio maggio e ai circa 5,2 miliardi previsti a fine gennaio.

Anche le stime sul margine di interesse sono state incrementate ad almeno 13,2 miliardi, contro 12,6 miliardi di maggio e 11,3 di gennaio, mentre la previsione sui costi rimane pressoché stabile a 9,6 miliardi.

L’altra sorpresa positiva riguarda la distribuzione di valore agli azionisti, che la banca vede ora ad almeno 6,5 miliardi, rispetto a 5,75 di maggio e 5,25 di gennaio, “in virtù di una generazione di capitale estremamente robusta di 210 punti base nel primo semestre 2023. Per il 2024, ci aspettiamo che l’utile netto e la distribuzione agli azionisti saranno sostanzialmente in linea con il 2023″.

Orcel: “Ben posizionati in un contesto incerto”

Soddisfatto il Ceo di Unicredit, Andrea Orcel, secondo cui la performance nella prima parte del 2023 “è il risultato della crescita di elevata qualità delle commissioni nonostante il contesto macroeconomico incerto, dell’ulteriore riduzione dei costi malgrado l’inflazione elevata e della solidità del margine di interesse. Tutto questo, associato al nostro costo del rischio strutturalmente basso, dimostra in che modo riusciamo ad alimentare una redditività sostenibile“.

“Nonostante l’incertezza sugli sviluppi macroeconomici, sappiamo di essere ben equipaggiati per il futuro grazie alla nostra chiara strategia, a un mix di business ben diversificato e al continuo miglioramento dell’efficienza operativa. L’ottima qualità dell’attivo, abbinata a prudenti overlay e a un bilancio estremamente solido, ci collocano in buona posizione per far fronte alle incertezze”, aggiunge Orcel.

Ceo Unicredit: “No M&A, meglio buyback”

Orcel è poi tornato ad escludere eventuali operazioni di M&A, poiché per quanto rappresentino “un acceleratore” al momento “non ci sono le condizioni”. Il riacquisto di azioni, invece, rappresenta “un investimento migliore”, che l’istituto intende proseguire in quanto “la nostra valutazione di Borsa è ben inferiore rispetto ai nostri risultati”.

Il Ceo ha anticipato possibili novità “entro fine anno” sul business dei pagamenti e ha confermato l’impegno a ridurre ulteriormente i costi “malgrado l’inflazione nel nostro perimetro che nel 2023 stimiamo si attesti attorno al 7% e che nel 2024 dovrebbe essere attorno al 3%. Inoltre, nel 2024, manterremo i costi invariati per i nostri clienti”.

Con riferimento al 2024, infine, l’Ad prevede uno scenario “meno attrattivo in termini di macro rispetto al 2023, ma con l’accelerazione del piano Unicredit unlocked, credo che questa differenza potrà essere compensata”.

Borsa e analisti premiano Unicredit

Gli analisti e la borsa premiano Unicredit dopo l’ennesimo set di risultati sopra le attese e di indicazioni positive per il futuro. Le azioni della banca viaggiano in rialzo dello 0,8% a 22,67 euro, portando il guadagno da inizio anno al +70%, miglior performance tra le società dell’indice Ftse Mib (+22% ytd).

I giudizi raccolti da Bloomberg sul titolo consigliano pressoché all’unanimità l’acquisto, con 25 buy e 2 hold. Il target price medio fra i 25 studi più aggiornati si attesta a 27,06 euro, valore che implica un upside potenziale di oltre il 19% rispetto alle quotazioni attuali.

Non solo Unicredit in Europa: le indicazioni di Deutsche Bank

Unicredit non è l’unica grande banca europea ad aver già diffuso i conti. Ad esempio, anche il colosso tedesco Deutsche Bank ha pubblicato la trimestrale, evidenziando un rallentamento (-10%) meno marcato delle attese nel trading. L’istituto si aspetta comunque un miglioramento nel prosieguo dell’anno, nonostante l’aumento dei tassi di interesse che gli investitori stanno ancora assimilando.

Nota dolente, invece, per quanto riguarda i costi, in aumento del 15%, più del previsto, soprattutto a causa di liquidazioni e spese legali. Inoltre, Deutsche Bank ha rilevato un certo indebolimento nella qualità del credito. Il Cfo Von Moltke ha indicato il settore immobiliare commerciale e le medie imprese tedesche come aree di focus, ma ha avvertito di non interpretare questo come un deterioramento su base ampia.

L’Amministratore Delegato, Christian Sewing, ha promesso di aumentare ulteriormente le entrate e la redditività, annunciando inoltre un buyback di 450 milioni di euro per sostenere il prezzo delle azioni. Il piano è già stato approvato dalla Bce, un segnale di fiducia da parte dei regolatori.