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Unicredit-Banco BPM: cosa potrebbe cambiare per i correntisti

È un vero e proprio terremoto quello che ha provocato negli ambienti finanziari l’Ops di Unicredit per mettere le mani sul 100% di Banco BPM. E la banca guidata da Giuseppe Castagna oggi si riunisce per fare il punto della situazione.

L’offerta è stata presentata senza un accordo preventivo con il consiglio di amministrazione di Banco BPM, motivo per cui è stata percepita come ostile.

Banco BPM: offerta di Unicredit è ostile

L’offerta di Unicredit “non riflette in alcun modo la redditività e l’ulteriore potenziale di creazione di valore per gli azionisti di Banco Bpm”.

Così l’istituto conferma come l’offerta non sia stata sollecitata e ricorda che il valore potenziale di Piazza Meda “è ulteriormente rafforzato dalle operazioni straordinarie recentemente annunciate, che si aggiungono alle azioni già contenute nel piano industriale 2023-26 e che si tradurranno in un aggiornamento degli obiettivi del piano medesimo, già in parte anticipati al mercato”.

L’operazione si dovrebbe completare entro i prossimi 12 mesi e, se approvata, porterà UniCredit a diventare uno dei maggiori gruppi bancari in Europa.

Unicredit-Banco BPM: cosa succederà ai clienti

L’acquisizione di Banco BPM da parte di UniCredit, se dovesse andare in porto, comporterà diverse modifiche per i clienti delle due banche ma soprattutto per i correntisti di BPM.

In particolare ci sarà una modifica del proprio codice Iban che potrebbero cambiare per riflettere la nuova proprietà. Le credenziali per l’home banking e altre piattaforme digitali potrebbero essere modificate e potrebbe essere necessario aggiornare username e password per accedere ai servizi.
Ma i clienti di Banco BPM beneficeranno di una gamma più ampia di servizi offerti da UniCredit, che è una delle banche più grandi d’Europa. Dal canto loro, i  clienti UniCredit potrebbero vedere aggiornamenti nei loro servizi bancari per integrare meglio i sistemi delle due banche.

Scope Ratings: offerta di UniCredit è positiva

E mentre il governo sottolinea che in queste situazione è esercitabile il golden power, arriva l’ok all’operazione lanciata da Unicredit da parte degli analisti di Scope Ratings.

Gli sforzi di espansione di UniCredit riflettono la sua solida posizione finanziaria, sostenuta da uno dei più grandi buffer di capitale nell’UE, il risultato di una solida generazione di utili e di un’ottimizzazione delle attività ponderate per il rischio (…) “Consideriamo la mossa di UniCredit ampiamente positiva, ma chiaramente aumenterà la dipendenza del gruppo dall’Italia e indebolirà i suoi recenti sforzi di diversificazione geografica espandendo la sua impronta paneuropea – scrive l’analista Alessandro Boratti – Questa maggiore esposizione italiana potrebbe avere un impatto sui costi di finanziamento se il rischio sovrano italiano dovesse aumentare. Con Banco BPM, l’Italia avrebbe rappresentato il 56% dei ricavi del gruppo nei nove mesi, in aumento rispetto al 46%”.

Inoltre, sottolineano gli esperti, “se l’attuale offerta di Banco BPM per il resto di Anima, il più grande gestore patrimoniale indipendente in Italia, avesse successo e UniCredit andasse ad acquisire con successo BPM, l’attività di gestione patrimoniale di UniCredit sarebbe chiaramente rafforzata “in modo sostanziale” concludono.