Circa 97mila dipendenti e 4.736 sportelli che serviranno oltre 19 milioni di clienti. Numeri impressionanti sono quelli che potrebbero arrivare se l’Ops lanciata da Unicredit su Banco BPM dovesse andare in porto.
La banca milanese guidata da Andrea Orcel questa mattina, 25 ottobre, ha provocato un terremoto nel mondo bancario italiano, lanciando un’offerta pubblica di scambio volontaria sulla totalità delle azioni di Banco Bpm.
Sul piatto Gae Aulenti ha messo 6,657 euro per azione di Banco BPM, basata sul prezzo delle azioni di Unicredit che, alla chiusura dell’ultima seduta prima dell’annuncio, si attestava a 38,041 euro. L’operazione è descritta come “autonoma e indipendente” dall’investimento in Commerzbank, sottolineando la strategia di espansione di Unicredit nel mercato europeo.
Cosa significa Ops?
Particolare fattispecie di Opa che si caratterizza per il fatto che il pagamento dei titoli acquisiti avviene mediante la consegna di altri strumenti finanziari, l’Ops, acronimo di Offerta pubblica di scambio è un’offerta rivolta al pubblico degli investitori e finalizzata all’acquisizione di strumenti finanziari in cambio di altri strumenti finanziari.
Il soggetto che lancia un’offerta pubblica di acquisto o di scambio deve effettuare preventivamente un’apposita comunicazione alla Consob (l’Autorità indipendente che vigila sui mercati italiani) allegando un documento, destinato alla successiva pubblicazione, contenente le informazioni necessarie per consentire al pubblico di formarsi un giudizio sull’OPA stessa.
Unicredit mette le mani su BPM: cosa verrà fuori?
Se l’offerta lanciata da Orcel dovesse andare in porto, Unicredit diventerebbe la prima banca pan europea per dimensione e la terza per capitalizzazione di mercato.
Nella nota di UniCredit in cui viene annunciata l’offerta su Banco BPM, una delle prime banche del Paese con una presenza di oltre mille sportelli concentrati nel Nord, nell’area industriale che va dal Piemonte, al Veneto, alla Lombardia, all’Emilia Romagna, si legge che l’aggregazione permetterà la piena valorizzazione delle potenzialità dei due gruppi in Italia e un conseguente ulteriore rafforzamento di una solida realtà pan-europea.
Se la transazione dovesse andare come previsto, si chiuderebbe entro i primi di giugno del 2025 per poi procedere al delisting del Banco Bpm da Piazza Affari.
Cosa succederà con Commerzbank
A settembre, UniCredit ha aumentato la sua partecipazione nella banca tedesca Commerzbank a circa il 21% e ha presentato una richiesta per aumentare la partecipazione fino al 29,9%. All’inizio dello stesso mese, la banca italiana aveva acquisito una partecipazione del 9% in Commerzbank, con la metà di questa partecipazione acquisita dal governo tedesco. Il governo tedesco non ha ancora benedetto la potenziale unione, con il cancelliere Olaf Scholz che ha dichiarato che “gli attacchi ostili, le acquisizioni ostili non sono una buona cosa per le banche”, nei commenti di fine settembre riportati da Reuters.
Il maggiore azionista di Commerzbank, il governo di Berlino, mantiene una quota del 12% dopo aver salvato l’istituto di credito durante la crisi finanziaria del 2008 e aver ceduto il 4,5% della sua posizione iniziale all’inizio di settembre.
“È sicuramente una sorpresa”, ha dichiarato a ‘Squawk Box Europe’ della CNBC Kian Abouhossein, responsabile della ricerca azionaria sulle banche europee e della copertura IB globale presso JP Morgan. “È improbabile che l’amministratore delegato di UniCredit Andrea Orcel] possa fare entrambe le operazioni contemporaneamente. Questo manda il messaggio che forse Commerzbank è un po’ più difficile del previsto”.
Abouhossein ha affermato che anche se le operazioni di Commerzbank e Banco BPM venissero scaglionate, ad esempio, di nove mesi, si tratterebbe comunque di una tempistica irrealistica per le transazioni.
“Bisogna anche ricordare che, dal punto di vista normativo, c’è un forte rischio di esecuzione e l’autorità di regolamentazione valuterà le dimensioni della banca, il rischio operativo e la capacità del management di integrare due banche contemporaneamente”, ha affermato. “Quindi penso che [Orcel] si stia coprendo un po’ su queste transazioni”.
Cosa farà Credit Agricole
E’ sicuramente un momento caldo per il risiko bancario in Italia. L’istituto guidato da Giuseppe Castagna solo qualche settimana fa aveva lanciato un’Offerta pubblica d’acquisto su Anima, con l’obiettivo di creare un polo del risparmio da 120 miliardi di euro.
Fino a questo momento, Credit Agricole, primo socio di Banco BPM non commenta l’offerta pubblica di scambio lanciata questa mattina da Unicredit sulla banca guidata da Giuseppe Castagna. La partecipazione attuale del Credit Agricole in Banco BPM è poco meno del 10% del capitale.