Nelle mire di Unicredit su BPM ci si mette in mezzo la politica italiana. Il lancio a sorpresa dell’Ops della banca di piazza Gae Aulenti sul gruppo guidato da Giuseppe Castagna non va giù al governo. Secondo fonti dell’esecutivo, riportate dall’agenzia Ansa, “l’operazione è stata comunicata a ridosso della delibera del Cda di UniCredit e il Governo ne ha potuto soltanto prendere atto ma approfondirà con la procedura del Golden power, come previsto dalla normativa e come sempre accaduto in passato per casi simili. Per l’esecutivo, tra l’altro, non sarebbe chiara la finalità dell’operazione vista anche la concomitanza con l’interesse dell’istituto italiano verso la tedesca Commerzbank”.
Orcel manda all’aria il terzo polo con Mps
Dietro le preoccupazioni del governo sull’operazione Unicredit-BPM ci sarebbe la questione Monte dei Paschi. Questo sviluppo non solo minaccia il progetto del terzo polo bancario, faticosamente costruito dal governo italiano attraverso il collocamento del 15% di Monte dei Paschi di Siena (MPS) in una cordata composta da Banco BPM, Anima, e altri investitori come Delfin e il gruppo Caltagirone, ma potrebbe anche ridimensionare il ruolo di Banco BPM stesso.
In tal caso, invece di fungere da pilastro per un nuovo polo bancario, Banco BPM rischierebbe di diventare un semplice mattoncino all’interno dell’impero paneuropeo di UniCredit. Ricordiamo a questo proposito la recente doppia mossa di BPM, prima sul risparmio gestito con l’opa su Anima e poi, soprattutto, su Mps di cui il Banco è diventato uno dei principali azionisti in seguito all’ulteriore vendita di quote da parte del Mef.
Ora, se infatti l’operazione Unicredit dovesse andare in porto il paesaggio bancario italiano cambierebbe radicalmente: due grandi poli, Intesa e Unicredit, e alcune realtà di medie e piccole dimensioni.
L’irritazione di Giorgetti e Salvini
Che il blitz di Orcel su BPM non sia stato gradito dal governo lo dimostrano chiaramente le dichiarazioni del ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti, che ha definito l’operazione “comunicata ma non concordata. Il ministro ha affermato che il governo valuterà attentamente la proposta di Unicredit quando sarà presentata per le autorizzazioni necessarie, ricordando inoltre l’esistenza della “golden power”, che consente al governo di intervenire in operazioni di rilevanza strategica. Giorgetti ha infine sottolineato anche un altro timore: “Citando von Clausevitz il modo più sicuro per perdere la guerra è impegnarsi su due fronti, poi chissà che magari questa volta questa regola non sarà vera”.
L’operazione Unicredit-BPM non va proprio giù a Matteo Salvini, Vicepremier e Ministro delle Infrastrutture che ha detto. “A me le concentrazioni e i monopoli non piacciono mai, ero rimasto al fatto che Unicredit volesse crescere in Germania. Non so perché abbia cambiato idea. Unicredit ormai di italiano ha poco e niente: è una banca straniera, a me sta a cuore che realtà come Bpm e Mps che stanno collaborando, soggetti italiani che potrebbero creare il terzo polo italiano, non vengano messe in difficoltà”.
A stretto giro arriva la risposta dell‘a.d. di Unicredit Orcel, che in un’intervista al TG1 ha spiegato: “Sono tutte operazioni complicate quando si tocca il sistema bancario: ci vuole cautela”.
Intanto, il responsabile economia del Pd, Antonio Misiani, in merito alla vicenda Unicredit-Bpm, ha spiegati: “il duopolio non è e non può essere un assetto ottimale. Chiameremo Giorgetti in Parlamento a riferire. La reazione di Salvini è però del tutto scomposta e rischia di politicizzare oltremisura una operazione di mercato. Discutibile, ma di mercato. Quanto a Giorgetti, il fatto che lamenti di non essere stato avvertito conferma la sua irrilevanza. Il fatto poi che venga evocata la golden power per questo tipo di operazione – che riguarda due banche con sede legale in Italia – dà l’idea della confusione e dell’ improvvisazione che regna sovrana nel governo”.
Che cos’è il golden power
Che cos’è il golden power evocato dal ministro Giorgetti? Si tratta di uno strumento normativo italiano che consente al governo di intervenire su operazioni societarie che riguardano attività strategiche per tutelare l’interesse nazionale.
Attraverso il golden power, il governo può:
- porre il veto su delibere societarie;
- imporre condizioni specifiche per acquisizioni;
- richiedere notifiche preventive da parte delle aziende coinvolte in operazioni rilevanti.
Le aziende che non rispettano l’obbligo di notifica possono incorrere in sanzioni significative.