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Unicredit: buyback e Orcel spingono il titolo a Piazza Affari

Giornata all’insegna degli acquisti per Unicredit (+4,2%), in scia all’annuncio a sorpresa dell’avvio di una tranche del piano di buyback 2023 e alle dichiarazioni del Ceo Orcel in merito agli obiettivi di remunerazione dei soci e alla tassa sugli extraprofitti delle banche. Ecco tutti i dettagli sull’acquisto di azioni proprie e le parole dell’Ad.

Unicredit anticipa tranche riacquisto azioni proprie 2023

Stamani, UniCredit ha annunciato l’intenzione di lanciare una tranche del programma di riacquisto di azioni proprie 2023, per un massimo di 2,5 miliardi di euro.

L’avvio del programma di buy-back, subordinato all’approvazione dell’assemblea del 27 ottobre e delle autorità di vigilanza, è possibile grazie agli “elevati livelli di capitale” della banca e a “una generazione organica di capitale ai vertici della categoria, sostenuta da una performance finanziaria costantemente elevata, da una solida qualità degli attivi e da un costo del rischio strutturalmente più basso”, come spiega lo stesso istituto.

Questo permette a Unicredit di “affrontare in modo ottimale i periodi di incertezza macroeconomica e consente di anticipare una parte del riacquisto di azioni proprie previsto per il 2023.”

La banca ha poi ricordato che l’obiettivo di distribuzione totale per il 2023 è di almeno 6,5 miliardi di euro, contro i 5,25 miliardi del 2022, per un rendimento totale superiore al 16% (uno dei piani più generosi tra le banche europee). Confermato dunque l’impegno a conseguire rendimenti interessanti e sostenibili per gli azionisti, preservando al contempo la solidità patrimoniale, con un CET1 ratio proforma per questa tranche di riacquisto pari al 15,8% al 2° trimestre 2023.

Ricordiamo che UniCredit sta ancora completando la seconda tranche del riacquisto di 3,34 miliardi di euro sugli utili dello scorso anno.

Il Ceo Orcel: “Per Unicredit obiettivi sostenibili, ad oggi no M&A”

A spingere il titolo hanno contribuito anche le dichiarazioni del Ceo Orcel, nel corso di una conferenza organizzata oggi da Bank of America.

L’Ad ha ribadito che la distribuzione di valore ai soci per almeno 6,5 miliardi di euro è “sostenibile per il futuro” e ha scacciato i timori legati all’eventuale impatto negativo della tassa sugli extraprofitti delle banche, chiarendo che “non avrà impatti significativi sul settore”, né sugli obiettivi di rendimento dell’istituto.

Ricordiamo che ad agosto il governo Meloni ha proposto un prelievo sui profitti bancari in eccesso, accusando il settore di un’eccessiva lentezza nel trasferire ai propri clienti i benefici derivanti dagli aumenti dei tassi di interesse. Questo, al contrario di quanto avvenuto per gli interessi sui prestiti, a seguito del ciclo restrittivo della Bce che ha incrementato il costo del denaro di 450 punti base in poco più di un anno. Su questa tassa, nei giorni scorsi, si è espressa negativamente la stessa Bce.

Il manager ha affermato che i buffer di capitale di UniCredit non sono influenzati dal rendimento previsto e che l’istituto esaminerà l’anno prossimo come utilizzare il capitale in eccesso. Orcel ha comunque sottolineato l’importanza di definire le misure in risposta a questa tassa, evidenziando come l’incertezza non sia mai un elemento positivo nel mondo degli affari.

Sul fronte dell’M&A, l’istituto di piazza Gae Aulenti potrebbe “prendere in considerazione acquisizioni alle giuste condizioni, o utilizzarle per coprire eventi imprevisti, ma ad oggi queste condizioni non ci sono”.

Lo scenario più probabile, pertanto, è quello di una restituzione agli azionisti, aumentando gradualmente il dividendo in contanti.