I vaccini contro il Covid stanno dimostrando la loro efficacia e le banche italiane stanno mettendo a punto il rientro in sede dei dipendenti a settembre dopo la lunga parentesi dello smartworking e tra queste c’è anche Unicredit. La seconda banca italiana per importanza sta lavorando a un modello ibrido che prevede una nuova normalità dopo 18 mesi di lavoro da remoto suddivisa tra periodo di lavoro in ufficio e altri a casa.
Il ritorno in ufficio sarà graduale a partire da settembre, in linea con quello che stanno facendo altre grandi banche Usa ed europee (c’è chi come JP Morgan Chase e Goldman Sachs ha chiesto alla maggior parte dei suoi dipendenti a New York di iniziare a riempire gli uffici già la settimana prossima) propendendo però per un ritorno soft prima di iniziare un progetto pilota con due giorni alla settimana di smartworking su base volontaria per i dipendenti non impegnati nelle filiali, questi ultimi invece potranno optare per un giorno a settimana.
Il group operating officer di Unicredit, Ranieri de Marchis, ha spiegato a Bloomberg che, dopo il graduale ritorno in ufficio a settembre, il progetto pilota prenderà forma nel quarto trimestre dell’anno e diverrà pienamente operativo a partire dal 2022.
Lo smart working, rivelatosi utile e strategico durante la pandemia, non si ferma quindi. Prima della crisi Covid l’azienda concedeva ai suoi dipendenti mediamente un giorno a settimana di lavoro da remoto. In questa fase, le aziende di tutto il mondo stanno valutando quanta flessibilità lasciare ai propri dipendenti dopo svariati mesi di lavoro forzato da casa in seguito ai vari lockdown registrati in concomitanza con i picchi dei contagi.
Nei giorni scorso anche Ubs ha anticipato di volere adottare un modello ibrido, mentre Morgan Stanley ha detto che si aspetta da settembre il rientro alla sede centrale di Manhattan della maggior parte dei suoi dipendenti.
UniCredit, lo smartworking e i sindacati
Tornando a UniCredit, la banca milanese concederà anche ai dipendenti di filiale in media un giorno a settimana di lavoro da remoto.
Mario Sileoni, segretario generale di FABI, ha commentato: “Questo è un primo passo importante nella giusta direzione. Ovvero dare la possibilità ai lavoratori di tornare in ufficio o lavorare parzialmente da remoto, in linea con quanto dice il contratto nazionale, che consente sino a 10 giorni di smart working al mese”.
Al momento all’incirca il 40% dei dipendenti della banca a livello globale è impiegato presso gli uffici centrali.
Sono attese decisioni simili anche per gli altri grandi gruppi bancari in vista del ritorno alla normalità ma la prudenza è d’obbligo. Intesa Sanpaolo sta incoraggiando il rientro su base volontaria almeno un giorno alla settimana degli 81.000 dipendenti che ora lavorano da casa.